giovedì 21 febbraio 2008

Ippocastano

Le parti usate in fitoterapia sono la corteccia dei rami che si raccoglie in primavera ed i frutti che maturano in settembre-ottobre.

Originario dell'Asia Minore e dei Balcani, fu importato in Europa, dapprima nel XVI secolo a Vienna e poi nel 1615 a Parigi, si è poi esteso in colture nei viali, nei giardini e nelle piazze di molti paesi.

La corteccia di ippocastano è usata come tonico per combattere la fragilità capillare.
Gli estratti di ippocastano, infatti, aumentano il tono delle pareti venose per i fattori della vitamina P presenti nella pianta: sono largamente usati nella terapia di varici ed emorroidi. E non solo, anche contro le gambe pesanti, la cellulite e la couperose.

Si può preparare un decotto leggero con 10 grammi di semi, la scorza o meglio ancora entrambe e mescolare gli uni all'altra. Questa bevanda, anche se amara, è efficace contro le varici, le emorroidi e le flebiti.

Per uso esterno si preferisce preparare un forte decotto di 50 grammi di frutti o di corteccia in 1 litro d'acqua per bagni locali.

Con la farina delle castagne si possono fare cataplasmi efficaci contro le vene varicose, i geloni e le flebiti. Con le castagne torrefatte si può preparare un caffè che, unito al latte, è consigliato agli anemici e agli individui di debole costituzione.

Sconsigliato nell'insufficienza renale. Ad alte dosi, può causare nausea, vomito, gastralgie.

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