giovedì 21 febbraio 2008

Il dolore reumatico di tutti i giorni

L'artrosi pur essendo una malattia di non particolare gravità, è così imponente da interferire addirittura sulla psiche dell'ammalato e/o comunque da inibire la sua attività lavorativa, le relazioni sociali e familiari

Le parti più colpite sono sicuramente quelle della colonna, vale a dire le vertebre (si parla di artrosi cervicale, dorsale, lombare, lombo-sacrale), ma tutte le articolazioni dall'anca al ginocchio, dal gomito alle mani, possono essere compromesse. Il dolore è provocato da processi degenerativi e demolitivi in atto (cartilagine-osso) o da processi infiammatori conseguenti ai primi. La malattia colpisce l'uomo o la donna anche nel periodo di piena attività della vita ed è talora invalidante perchè il dolore può indurre dispnea (alterazione del ritmo respiratorio), fino a rallentare o impedire il ritmo vitale dell'individuo.

I problemi classificati come reumatici offrono diverse possibilità terapeutiche che il medico valuterà caso per caso. Le direttrici fondamentali di cura sono rappresentate da quattro indirizzi: medicamentoso, ortopedico, fisioterapico e fitoterapico.
L'indirizzo fitoterapico fa riferimento a un sistema di cura caratterizzata dall'attività enzimatica di estratti vegetali. Tali enzimi (sostanze organiche proteiche che agiscono da catalizzatori in varie reazioni biochimiche), influenzano, a livello articolare, sia i processi distruttivi che i processi produttivi della massa artrosica, intervenendo pertanto proprio sugli elementi che stanno alla base del processo morboso. Con il regresso delle condizioni patologiche scompare anche il dolore e le articolazioni riprendono la loro funzionalità ridonando al paziente la libertà di movimento. Nella cura della osteoartrosi, l'indirizzo fitoterapico presenta evidenti vantaggi: facilità di somministrazione, immediatezza di azione, mancanza di effetti collaterali indesiderati e sfavorevoli. Le controindicazioni sono rappresentate dall'artrite reumatoide in fase attiva e dalle forme artrosiche a sfondo dismetabolico come l'artrite uratica e l'artropatia psoriasica.

Negli anni quaranta alcuni ricercatori italiani studiarono la possibilità di realizzare un trattamento che contribuisse a curare con successo le forme artroreumatiche con prodotti offerti dalla natura. Il risultato fu un prodotto di fitoterapia efficace, affidato per la prima fase di sperimentazione al dott. Agostino Pesce (Fitoterapia dott. Pesce). Il successo della terapia fu sottolineata in molte occasioni, se ne occupò anche la stampa italiana ed internazionale. In breve tempo sorsero centri che utilizzarono il trattamento ed iniziarono più approfondite ricerche universitarie.

In considerazione dei notevoli risultati ottenuti da questo trattamento fitoterapico, alcuni Istituti Universitari, in questi ultimi decenni, hanno condotto studi, ricerche e sperimentazioni al fine di giungere alla conoscenza del meccanismo d'azione di questo prodotto, che nel frattempo aveva assunto la nuova denominazione di Phytopack (tratto dalla pubblicazione di G.M. Pedrinazzi).


I maggiori contributi scientifici all'approfondimento della validità terapeutica del fitocompresso,Phytopack, sono stati ottenuti dal G. Bocconi e da G.M. Pedrinazzi presso l'Università di Pavia nel corso di numerosi anni di ricerca.

Da tutte queste ricerche cliniche e sperimentali si può affermare che tale terapia si orienta in modo specifico verso l'artrosi primitiva o secondaria e soprattutto verso quei fattori artrosici di tipo infiammatorio che condizionano sia la riacutizzazione che l'evoluzione dell'artrosi stessa.
Nell'ambito di tali ricerche è stato preso in considerazione l'estratto fitoterapico di base, vale a dire la parte del prodotto che rimane quando sono state tolte quelle sostanze che ne favoriscono l'assorbimento. E' risultato che la frazione idrosolubile di tale estratto, costituita da sostanze proteiche, possiede una notevole attività stimolante sul mesenchima e che tale stimolazione è molto precoce, si verifica nelle prime sei ore, ed è intensa.

Dopo queste esperienze, si è potuto osservare nella fitoterapia un'azione enzimatica. I principi attivi hanno la possibilità di aggredire il connettivo, alterato da processi progressivi di tipo reumatico, come modellando i tessuti ammalati e sclerosati. Tutto ciò porta al miglioramento della funzione motoria dell'articolazione e alla scomparsa del dolore. Vengono inoltre stimolate, attraverso l'attivazione del mesenchima, le difese locali.

Eseguire una diagnosi corretta è importante perchè anche la fitoterapia ha le sue controindicazioni, pur se limitate a condizioni di manifesta gravità patologica. Questa è una conferma indiretta della sua attività. Le controindicazioni sono: l'artrite reumatoide in fase attiva e quelle forme artrosiche a sfondo dismetabolico quale l'artropatia uratica e l'artrite psoriasica, nelle forme tumorali, nello scompenso cardiaco congestizio, nell'insufficienza renale ed in corso di processi infiammatori acuti.

Il trattamento consiste nell'applicazione locale del prodotto Phytopack sotto forma di impacco. Prendere una garza di dimensione sufficiente per ricoprire la parte da trattare, prelevare con una spatola il prodotto e stenderlo sulla stessa, coprire la garza con un telino e spalmare il prodotto in modo uniforme. Applicare l'impacco sul segmento da trattare dal lato della garza: i principi attivi passeranno attraverso le maglie della stessa. Si può fissare l'impacco con pellicola trasparente o bendaggio a rete. L'applicazione prevede un tempo di mantenimento da 30 a 60 minuti. Il ciclo di cura prevede una media di 10-15 applicazioni con una frequenza di 2-3 sedute a settimana. Non va applicato sulle mucose o in prossimità degli occhi e di parti delicate del corpo, nè su zone cutanee lese ed ai minori di anni dodici. La fito-torboterapia viene eseguita dal prof. G. M. Pedrinazzi c/o LifeGate Clinica Olistica.

Design konnio.com

eXTReMe Tracker