giovedì 21 febbraio 2008

Curare il relativo stress e depurarsi

Per prepararsi al cambio di stagione, curare il relativo stress e depurarsi, uva a volontà!

In opportune dosi e modalità, infatti, si può trasformare in una preziosa medicina contro il logorio psico-fisico, depura, rivitalizza, sgonfia . Ottima anche per pelle e capelli.

La cura con l'uva, ovvero ampeloterapia, era ben conosciuta anche dai greci e dai romani. In Italia, dal 15 settembre al 7 ottobre, ogni anno, sulle rive del Garda Trentino si festeggia l'antichissima tradizione della cura dell'uva, che tra il 1800 e il 1900 coinvolgeva qui tutta l'elite mitteleuropea.

L' uva fresca è energetica, rimineralizzante, disintossicante, diuretica e lassativa. Viene utilizzata nelle anemie e nelle convalescenze, in gravidanza e nel periodo dell'allattamento, durante sforzi fisici e psichici perché riesce a stimolare fortemente la funzionalità dei neuroni, le cellule del sistema nervoso. Abbassa il colesterolo e facilitando il metabolismo è d'aiuto contro artrite, ipertensione, obesità e stitichezza. Contrasta l'irritazione della pelle, l'eczema e i brufoli, donando anche più tonicità e luminosità. I capelli si rinforzano e si rivitalizzano.

Il suo succo contiene inspiegabilmente nelle stesse proporzioni tutte le principali sostanze nutritive analoghe a quelle del latte materno. Per tale motivo viene chiamato latte verde!

L'uva secca (uva passa o uvetta), essendo anche molto ricca di potassio, riduce l'ipertensione arteriosa.

Le foglie hanno proprietà astringenti e svolgono un'azione angioprotettrice d'aiuto ai capillari.
Possono essere usate sia fresche che essiccate in cucina o per realizzare medicamentose tisane anche in associazione con foglie di maggiorana e fumaria per frenare le emorragie che accompagnano la menopausa; unendole con foglie di ippocastano e rusco e amamelide (si trovano in qualsiasi erboristeria) contro le infiammazioni della prostata.
Le tisane vanno prese 3 volte al giorno per un mese di seguito a ogni cambio di stagione.

L'uvaterapia in pratica.
La cura dell'uva tipo soft può essere limitata a tre giorni (nei paesi di lingua tedesca, essendo abituati, arrivano fino a trenta giorni), mangiando lentamente soltanto uva (meglio con semi e buccia) minimo 600 grammi il primo giorno, 1200 il secondo 2 chili il terzo, in regime graduale di disintossicazione alimentare, bevendo solo acqua oligominerale o succo fresco d'uva, lontano dai "pasti". E' indispensabile, infatti, preparare l'organismo al cambiamento, abbandonato in modo graduale i cibi ricchi di grassi e di proteine (carne, pesce, formaggi, uova...) per arrivare a consumare nei primi due giorni che precedono la cura vera e propria verdure crude e frutta fresca che non sia uva.
Dopo i tre giorni di cura di sola uva, si iniziano a reintrodurre, accanto all'uva che si riesce ancora a mangiare, poco a poco gli altri alimenti, a partire dai cereali (pane, riso, pasta...). Per evitare spiacevoli disturbi intestinali l'uva andrebbe sempre mangiata lontana dagli altri alimenti.
La cura dell'uva è sconsigliata a chi soffre di ulcera gastrica, ai diabetici, ai colitici e nel periodo di mestruazioni.

Per la cura della pelle, in alternativa al mosto, utilizzare la polpa d'uva di un grappolo, ottenuta schiacciando gli acini con una forchetta. Miscellare con miele e olio essenziale di fiori d'arancio e applicare con movimenti circolari sul viso, lasciando agire per almeno 15 minuti.

Terme enologiche per vip.
In Francia e Sud Africa esistono specializzati centri terapeutici dove praticano addirittura il vinoterapia, un surrogato di terme per cercare di restare giovani e belli dove sono di casa Julia Roberts, Sigourney Weaver, Carla Bruni e tanti altri personaggi famosi.
L'uva viene utilizzata in ogni sua parte e in tutte le sue lavorazioni. Spremuta, essiccata, polverizzata, trasformata in marmellata, per cancellare rughe, sgonfiare pance, rinvigorire muscoli, tonificare glutei, seni e soprattutto...rilassare, come un qualsiasi centro termale.

La cura dell'uva contro i tumori.
E' il titolo di un famoso e discusso libro pubblicato nel 1941 in America dalla nota naturopata Johanna Brandt. Vi si sostiene che l'uva essendo un potente antisettico è un potente solvente di depositi di materia inorganica, nonché di proliferazioni neoplastiche.

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