martedì 26 febbraio 2008

Il digiuno come medicina

In alcune affezioni, l'astensione dal cibo può contribuire al processo di guarigione, ma solo il medico potrà assicuraci un risultato efficace senza rischi

Anche se all'apparenza sembra un controsenso, il mancato apporto nutritivo, opportunamente controllato dal medico, può significare per l'organismo un vantaggio. Esistono, tuttavia, situazioni in cui la pratica è assolutamente da escludere. Nella medicina olistica, come in quella convenzionale, il "fai da te" non è affatto consigliabile.

Malattie
Il digiuno è efficace, soprattutto per le malattie dell'apparato cardiaco, le allergie, le malattie infiammatorie, l'artrite reumatoide. In quest'ultimo caso, ad esempio, è stato dimostrato come dopo dieci giorni di digiuno i dolori diminuiscano dell'80 per cento, tranne nei pazienti che hanno fatto a lungo uso di cortisone e derivati. Non è efficace, invece, nel combattere l'obesità, nella quale produce uno spiacevole effetto "rimbalzo", vale a dire una ripresa veloce del peso iniziale, non appena si ripristina una normale alimentazione.

Tipi di dieta
Esistono numerose versioni del digiuno:

il digiuno integrale, messo a punto dal Dr Shelton, è uno dei metodi più radicali di cui si sconsiglia l'applicazione se non sotto stretto controllo medico. Può rivelarsi molto faticoso, sia dal punto di vista fisico, che psichico e non deve mai essere condotto a scopo dimagrante o da persone inesperte;

il digiuno modificato, di cui esistono molte versioni. A seconda della formula, il paziente ha diritto a succhi di frutta, verdura, a brodi vegetali o tisane;

le monodiete consistono nel mangiare un unico alimento per uno o più giorni consecutivi. La più conosciuta è quella di uva, ma sono diffuse anche quella a base di succo di carota, di fragola, di mela, di ciliegia, di asparagi, di denti di cane.

Modalità di applicazione

fase di transizione o riduzione progressiva del cibo dura alcuni giorni. In essa, ogni giorno si elimina gradualmente una tipologia di alimenti, a partire dai prodotti animali (latte, uova, carne e derivati), poi le sostanze eccitanti come tè e caffè via via con modalità specifiche fino all'eliminazione totale dei prodotti solidi;

digiuno propriamente inteso, dove non si consumano prodotti solidi, ma solo liquidi a volontà. Il senso di fame scompare dopo uno o due giorni e se la fase precedente è stata eseguita correttamente, si otterrà un piacevole senso di benessere e l'intensificazione delle funzioni di escrezione;

la ripresa dell'alimentazione normale avviene nelle stesse modalità della fase di transizione, ma con un procedimento esattamente inverso.

Controindicazioni
Si deve evitare il digiuno in tutti i casi di malattie conclamate a carico di fegato e reni, i due organi maggiormente coinvolti nei processi di depurazione dell'organismo. Assolutamente sconsigliata in caso di anoressia, bulimia, aritmie cardiache, abbassamento delle difese immunitarie, ulcera peptica, gravidanza, allattamento.

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