martedì 26 febbraio 2008

Dipendenza e paura da cibo

Scegliere gli alimenti in funzione della gola, del costo, dell'abitudine o delle mode... e poi ci si ritrova imprigionati in circoli viziosi che portano all'eccesso e alla malattia.

Simbolo di gratificazione psicologica e di potere, il cibo si carica sempre più di valori aggiunti. Anoressia, bulimia, obesità, diete di ogni tipo per qualsiasi necessità, integratori, barrette energetiche..e intanto il business avanza.

Ma allora che senso ha mortificarsi per mesi con diete da stress quando è sufficiente limitare il più possibile zuccheri e carboidrati raffinati come pane bianco da hamburger o patatine, il menù tipico da fast food? Direttamente dall'America, patria dell'obeso, arriva l'ultima accusa ai cibi grassi e saporiti, il cosiddetto "cibo spazzatura", il cosiddetto junk food.

Le contraddizioni di un mondo globalizzato sono tante e, nonostante il tentativo di combattere la fame nel mondo, il divario fra poveri e ricchi è destinato ad aumentare. Studi recenti sembrano dimostrare che una dieta ricca di grassi e zuccheri scatena una serie di meccanismi a livello ormonale per cui si mangia smodatamente e si diventa succubi del cibo. In una parola dipendenza, una vera e propria forma di "dipendenza" da cibo come le droghe o la nicotina delle sigarette. Basta osservare le dimensione di panini, bibite, patatine, frappè e gelati..sempre più maxi, double, super..si tratta di cibo ipercalorico che causa obesità, malattie cardiache e diabete. Dall'altra parte esiste un numero sempre maggiore di puristi dell'alimentazione, esasperati dal cibo, attenti ai grammi, agli abbinamenti, alle etichette fino a rasentare la "fobia"..disposti a vivere in funzione del cibo con la paura esasperata di ammalarsi e anche di ingrassare.

Se fino ad una generazione fa mangiare tanto e sostanziosamente era sinonimo di buona salute e benessere, oggi sembra prevalere la paura del cibo.

La diffidenza nei confronti del cibo, la limitazione di alimenti ritenuti "pesanti" è tipica della nostra società dominata dal mito dell'eterna giovinezza, dove l'assioma dominante è: se mangio con attenzione vivo più a lungo.

Fresca, buona e sempre più naturale.. ma dal seguire una dieta equilibrata a una vera e propria fobia nel cibo il passo è breve. La nuova sfida è conciliare le esigenze salutiste a quelle di leggerezza e digeribilità senza cadere nell'omologazione: il piacere del cibo è sempre più raro.

Mangiare con piacere senza aumentar di peso

Non è solo un'ipotetica possibilità, ma può diventare una realtà effettiva. Basta rieducare il senso del gusto.

La superalimentazione dei tempi moderni ha generato una omologazione dei gusti, con perdita della più naturale capacità di riconoscere, nonché di gustare e apprezzare, un dato alimento o un particolare sapore. Basta pensare a quanto il mercato vada propinando alle età più tenere, con merendine e snacks ultra ricchi di zuccheri e di sodio. Non si tratta ovviamente di una "saporita" coincidenza ma di precise strategie di mercato che mirano a creare, soprattutto nei bambini, più che semplici abitudini vere e proprie "dipendenze" da gusti e sapori volutamente accentuati.

Il bambino abituato alla dolcissima merendina, non si accontenterà più tanto facilmente del buon biscotto della nonna privo, haimé, non solo del 'raffinatissimo' quanto ultrabbondante zucchero bianco, ma depauperato pure di tutto quel corteo di aromi tanto innaturali quanto irriconoscibili ad un palato non ancora corrotto.
Si tratta di una vera e propria educazione... al negativo o, meglio, diseducazione, di uno dei cinque sensi di cui la natura ha dotato l'uomo per riconoscere, nell'ambiente esterno, ciò che più gli serve per star bene. Il gusto che, insieme all'olfatto, dovrebbe proteggere il tratto gastrointestinale dalle sostanze non digeribili o addirittura nocive, viene strumentalizzato dall'industria per creare veri e propri modelli di sapore atti a generare delle dipendenze di palato, per cui sarà sempre più difficile rinunciare a determinati sapori o, meglio, a ben precisi prodotti di cui non mancherà opportuna suggestione pubblicitaria.

E' evidente quanta importanza giochi questo fattore educativo nei problemi legati all'alimentazione tanto per il sovrappeso, quanto per l'educazione al benessere delle nuove generazioni. La consapevolezza infatti che tanto dell'obesità infantile - e non - è culturalmente determinato, deve aiutare a sostenere un consumo intelligente dei prodotti che il mercato propone.

Aiutamoci a non perdere... il gusto:
Assaporare i cibi lentamente e, potendo, scegliere alimenti semplici, non arricchiti da aromi artificiali.

Limitare al minimo l'uso di sale raffinato e sostituirlo con sale marino integrale oppure erbe aromatiche.

Sostituire lo zucchero bianco con miele o, nella preparazione dei dolci, frutta al naturale.

Non mescolare troppi alimenti nelle preparazioni alimentari.

Cuocere i cibi nel rispetto delle loro caratteristiche organolettiche, per mantenere il più possibile inalterati i sapori originari.

Utilizzare senza paura tutte le possibili 'motilità' della bocca e della mandibola per permettere ai recettori gustativi (calici e papille) di svolgere il loro lavoro.

Dato che gusto e olfatto si potenziano a vicenda, non aver paura di... annusare, annusare, annusare.

Diario alimentare

Qualche disturbo anche durante la pausa estiva? Forse è colpa del cibo...un'indagine per scoprire la causa di un'intolleranza o di un'allergia può essere utile.

Gli alimenti, per essere assimilati dall'organismo, devono subire processi metabolici specifici che "smontano" le sostanze nutritive nei loro componenti fondamentali:
i grassi, in acidi grassi;

gli zuccheri, gli amidi e i carboidrati, in glucosio;

le proteine in aminoacidi.

L'organo preposto al loro assorbimento è la mucosa intestinale, che tra le altre funzioni dovrebbe anche impedire il passaggio nel sangue di sostanze non completamente "smontate". In taluni casi, però, la nostra mucosa non funziona perfettamente e succede che macromolecole improprie, entrino in circolo, contribuendo a procurare disturbi alimentari, che possono arrivare a vere e proprie intolleranze o allergie.

Non appena vi accorgete, che dopo aver consumato del cibo vi sentite poco bene, dovete iniziare a prestare molta attenzione ai vostri malesseri, a quando compaiono, a come si manifestano e a quale cibo possono essere ricollegati.

Utilissimo, in tale senso, tenere un " diario dei consumi alimentari" in cui segnare giorno per giorno:
gli ingredienti che compongono i vostri pasti;

la quantità consumata;

l'orario;

come e quando si sono manifestati i disturbi, fisici e psichici.

Spesso, ma a torto, si trascurano le manifestazioni psichiche, come l'irritabilità, un senso d'inquietudine e di ansia, svogliatezza, cattivo umore o anche ipereccitazione.

Portate con voi il diario fin dalla prima visita medica. Sarà un utile base da cui partire per indagare e risolvere i vostri malesseri.

La leggerezza del cuore passa per la pancia

Negli ultimi decenni, il nostro rapporto con il cibo è cambiato radicalmente fino a snaturarsi. Si è trasformato in automatismo senza attenzione alla qualità.

Mangiamo in fretta e d'istinto. Non diamo più importanza alla differenza tra cibo fresco e surgelato; tra una cottura tradizionale e una al microonde. Nonostante la "perfetta" e funzionale alimentazione tecnologica, il nostro organismo si accorge sempre che cerchiamo di ingannare il palato invece di dargli il nutrimento di cui ha bisogno, preparando il terreno per ogni sorta di malattia. E' un mangiare condizionato dalla pubblicità e dall'abitudine, che favorisce l'obesità e di conseguenza la cultura delle diete estemporansee, delle costose pillole guarisci tutto e delle mutande plastificate per far sudare: il modello di vita americano si sta affermando anche nel modo di mangiare!

La tendenza della nostra civiltà a produrre obesità è il risultato di una cultura del consumo fine a se stesso che ha ridotto il nostro corpo a una macchina, contenitore di oggetti, che vogliamo avere, incorporare e trattenere a tutti i costi per riempire profondi vuoti esistenziali.
Oggetti sono i cibi, oggetti sono i farmaci, oggetti sono diventate anche... le nostre emozioni! Piacere alimentare e piacere affettivo-emozionale, che hanno i loro centri collocati nelle stesse aree del cervello, spesso si scambiano le funzioni, invadendo l'uno il campo dell'altro, pur di riempire un vuoto! Il godimento della leggerezza della vita, in un mondo dove anche il piacere sessuale è virtuale, è stato sostituito con il godimento della pesantezza del cibo.

Abbiamo dimenticato che alimentarsi non significa solo introdurre cibo nell'organismo per permettere al nostro fisico di tirare avanti o per compensare carenze esistenziali ma immettere parte del mondo che ci circonda. Quel che mangiamo nutre anche le cellule del nostro cervello, rendendo possibile la sua attività e quindi la nostra coscienza.
La massima che "come si mangia, si diventa; come si diventa, si pensa; come si pensa si vive", è forse la cosa più vera che sia mai stata detta.

Dovremmo ricordarci, più spesso, che quando mangiamo introduciamo emozioni non solo nostre, ma anche di chi abbiamo accanto, di chi ha cucinato, di chi ha prodotto il cibo e dello stesso animale ucciso.

In un'epoca in cui sì da tutto per scontato, l'atto quotidiano del nutrirsi ha perduto il significato profondo che da sempre accompagna il cibo sulla tavola dell'uomo.
Si è perduto, soprattutto, ogni senso di ringraziamento; tutto ci spetta, sempre e comunque. L'uomo prende, prende, prende in continuazione: dalla terra, dal sole, dagli altri esseri e non riconosce il suo debito.

Se vogliamo riscoprire la bellezza della leggerezza del nostro corpo, ricordiamoci anche quella della nostra mente e del nostro spirito, perché il segreto di una sana alimentazione non è semplicemente nelle calorie o nelle vitamine; consiste piuttosto nella capacità di alimentarci non solo con i sapori, ma anche con le vibrazioni del cibo, degli alimenti che assumiamo, delle influenze dell'ambiente che ci circonda e delle nostre buone o cattive abitudini.

Ogni forma di vita non può essere contemplata solo con l'occhio fisso alla lente di un microscopio, ma compreso come qualcosa che supera la semplice somma di luce, acqua e calore.

Una consapevolezza di questo tipo è già una grande medicina che può aiutare a farci scoprire la bellezza della leggerezza interiore, per superare tanti paradossi della vita moderna e trovare il vero rapporto cibo-uomo.
Gabriele Bettoschi

Quale rimedio contro la cellulite

Si cerca una soluzione innovativa per sconfiggere la cellulite una volta per tutte, ma quasi sempre i tentativi sono solo inutili e costosi. La migliore strada è la prevenzione, senza dimenticare che anche il sesso aiuta!

Nessuna soluzione a un certo livello sembra possibile se non viene modificato lo stile di vita e in particolare l'alimentazione e l'attività motoria.
Non bisogna assolutamente farsi incantare da messaggi che promettono facili risultati: non esiste nessuna apparecchiatura, nessun prodotto per sconfiggere la cellulite. Purtroppo sul tema è dovuto intervenire, più volte anche la magistratura e il Garante sulla pubblicità ingannevole, ribadendo proprio tale concetto!
I risultati migliori (mai totali), dipendono dalla serietà del professionista e dalla voglia di cambiare, di abbattere difese.
Molto utile è cercare di riattivare la vita sessuale e affettiva, perché quasi sempre la cellulite è, per la psicosomatica, un eccesso di difesa nei confronti delle emozioni sessuali. In ogni caso fare sesso riattiva la circolazione, accresce l'autostima e facilita l'eliminazione di non poche tossine.
Per la naturopatia l'alimentazione è talmente importante da sottolineare che riesce a incidere sulla predisposizione, che non sarebbe un fatto ereditario, ma la conseguenza della errata nutrizione prenatale materna, che determina il numero e le dimensioni delle cellule adipose di ogni persona.

Senza ricorrere a pericolose praticare e a costosissime tecniche invasive o inutili "cremine", ecco alcuni consigli:

Alimentazione
Gli errori alimentari sono certamente tra i fattori che favoriscono la cellulite. Sotto accusa sono tutti gli alimenti che appesantiscono il fegato e favoriscono una ritenzione idrica: i cibi ricchi di grassi animali, ma anche l'eccesso di sale e l'alcol.
No quindi a insaccati, olive e sottaceti, ai fritti, al tonno e alle sardine, al cioccolato e ai famosi dadi per il brodo.
E' molto importante una dieta ricca di carboidrati complessi (riso, cereali) e povera di carboidrati raffinati(zucchero, dolci) e di grassi (burro, latticini, carni).
Per favorire la diuresi e la depurazione è necessario bere almeno due litri di acqua al giorno e mangiare frutta e verdura fresca di stagione, per aiutare la limitazione della ritenzione dei liquidi.
Invece di iniziare la giornata immediatamente con il classico caffè o, peggio ancora con il cappuccino (latte gonfiato con il vapore), sarebbe buona abitudine bere un bicchiere d'acqua tiepida con il succo di mezzo limone.

Forma fisica
La vita sedentaria è certamente una condizione che favorisce la cellulite. Senza andare in palestra, sarebbe sufficiente non usare più le scali mobili e gli ascensori.
La corsa è molto indicata. Meglio se praticata all'aria aperta e per almeno 20 minuti per tre volte la settimana.
Attenzione allo sport frenetico. L'acido lattico (la sostanza che si produce nei muscoli dopo sforzi prolungati a seguito della carenza di ossigeno) rimarrà più a lungo nei tessuti, alterando per un maggior tempo il metabolismo cellulare.

Abbigliamento
Tutto ciò che stringe e comprime troppo danneggia e rallenta la circolazione. No quindi a biancheria intima troppo stretta e a pantaloni eccessivamente aderenti.
Anche i tacchi delle scarpe, se troppo alti e la pianta stretta, impedendo al piede di svolgere il suo ruolo fondamentale di spinta e pompaggio del sangue verso il cuore, favorisce i ristagni nelle gambe.
Evitare che le eventuali calze riposanti siano troppo contenitive. Sembra che per prevenire l'insorgenza della cellulite i collants pià indicati non debbano superare i 40 denari.

L'inestetica "cellulite"

Se ne parla tantissimo e il giro d'affari che ruota attorno al nemico numero uno della maggior parte delle donne prevede terapie più o meno alternative. Prilegiare l'esercizio fisico può essere un buon inizio.

Correttamente definita Pannicolopatia- edemato- fibrosclerotica (Pef), indica un'alterazione delle strutture del tessuto connettivo causata dall'aumento di volume delle cellule adipose. La pelle di alcune zone quali cosce, glutei e fianchi, assume il caratteristico aspetto spugnoso e bucherellato detto a buccia d'arancia o a materasso, con cuscinetti più o meno evidenti. Colpisce in misura maggiore il sesso femminile in genere dopo la pubertà, un dato significativo delle possibili variazioni ormonali tra le cause della sua manifestazione.

Indipendentemente da sovrappeso o magrezza, le cause sono molteplici, da riscontrare nelle cattive abitudini alimentari (grassi in eccesso, pasti sbilanciati e sregolati), ritenzione idrica, familiarità, stress, circolazione venosa e drenaggio linfatico inefficaci.
Tra i rimedi un occhio di riguardo merita l'esercizio fisico. Invece di ricorrere ad una dieta drastica che può contribuire a svuotare i tessuti magri mantenendo inalterati quelli adiposi, è opportuno aumentare l'attività fisica, senza esagerare. Un'attività pesante che utilizza quale meccanismo energetico quello anaerobico lattacido, produce acido piruvico, che si trasforma in acido lattico nei tessuti quando non ben drenato o riutilizzato.
Da privilegiare l'attività aerobica e quella anaerobica alattacida: corsa lenta e o camminata al 60-70% della max frequenza cardiaca (220 - età) per trenta minuti alla fine dell'allenamento; carichi leggeri e poche ripetizioni in palestra.

Aspetto più interessante del lavoro motorio è quello posturale. Un aiuto in tal senso arriva dal metodo Feldenkrais che, migliorando il movimento funzionale e la consapevolezza aiuta a ristabilire la circolazione anche in quei punti attaccati dalla cellulite, rimodellandoli. Stimolando la muscolatura profonda, tonifica quelle parti del nostro corpo dimenticate, senza sforzo. I movimenti appresi con il metodo vengono progressivamente integrati nella quotidianità motoria, favorendo un'andatura elegante e sciolta.

Una dieta composta per il 75 per cento di cibi integrali può prevenire la cellulite e evitarne ulteriori formazioni. L'assunzione di due o tre agrumi al giorno con la buccia, ricca di bioflavonoidi che migliorano la circolazione, possono portare beneficio. Sono raccomandati anche il sedano per eliminare l'eccesso di liquido nel corpo, il cetriolo per aiutare i reni ad eliminare le scorie e le alghe marine per rendere la pelle morbida e mettere in movimento i grassi presenti nel corpo.

Si consiglia di massaggiare tutto il corpo, ogni giorno, alla sera e al mattino, utilizzando una spazzola di setole naturali, oppure un guanto per frizioni, che consente di rimuovere i residui tossici direttamente attraverso la pelle, agendo da stimolo al sistema linfatico.
Un consiglio fitoterapico: Betulla verrucosa 1 DH Linfa.

Cellulite, alterazione dello stato di benessere

Il nome scientifico: panniculopataia edemato-fibrosclerotica. Il termine chiarisce che non si tratta solo di un problema antiestetico ma di qualcosa di invalidante dal punto di vista fisico e psicologico.

La cellulite può essere considerata una vera malattia del connettivo sottocutaneo causata da un cattivo drenaggio cellulare dovuto ad una serie di disturbi .Deve essere interpretata come un meccanismo di difesa messo in atto dall'organismo che non riuscendo ad eliminare certe particolari tossine modifica la sua composizione e struttura.

Il Tessuto Connettivo, attraverso i capillari venosi e linfatici regola lo smaltimento dei cataboliti ed ha un ruolo di primaria importanza nei processi difensivi dell'organismo.
Le modificazioni della composizione e strutturali che si manifestano nella cellulite possono provocare alterazioni che investono l'intero organismo, a volte compromettendo in maniera importante la salute della paziente. Per la medicina omotossicologica questo disturbo-inestetismo nella fase di "deposito", alla stregua dei calcoli renali e biliari,delle placche di arteriosclerosi ecc.
Per questo motivo,dobbiamo considerare la cellulite come una vera e propria alterazione dello stato di benessere e perciò deve essere curata in maniera corretta.

La cellulite si divide in quattro stadi, o gradi, a seconda dell'evoluzione dei sintomi che manifesta:

1° STADIO : detto edematoso. Si assiste a una iniziale ritenzione di liquidi a carico del tessuto connettivo provocata dal rallentamento della microcircolazione locale, impedento il drenaggio delle tossine.
La persona non avverte alcun dolore, neanche dopo la palpazione.
2° STADIO: inizia il processo di fibrosi, simile a quello delle cicatrici. In quest fase possono manifestarsi sintomi dovuti a insufficienza circolatoria quali formicolio, pesantezza e crampi alle gambe, specie alla sera.
3° STADIO: si verifica la rottura delle fibre elastiche, gli adipociti vengono intrappolati in una capsula fibrosa e si assiste alla formazione di micronoduli. E' in questo stadio che si evidenzia la cute a "buccia di arancia"
4° STADIO: i micronoduli confluiscono in macronoduli e il connettivo si indurisce andando incontro ad un processo di sclerosi che si manifesta a livello dermo-ipodermico. E' la forma di cellulite quasi sempre irreversibile.

Cosa s'intende per "giusta masticazione"?

Nell'universo diete tanti forse troppi sono i rimedi auspicati per ritrovare la giusta forma e un solo consiglio che si ripropone sempre e comunque: la corretta masticazione.

Cosa s'intende per "giusta masticazione"?
Un numero opportuno e sufficiente di atti masticatori che, insieme all'assaporare e al gustare i cibi, rende questo atto così fondamentale, un momento da godersi come dono meraviglioso della Natura. La fretta deve essere bandita dalla tavola: bisogna pensare che il tempo passato a tavola non è perso ma, al contrario, guadagnato in termini di salute e benessere.
Basta poco per stare bene con il proprio corpo.. anche semplici e piccoli accorgimenti possono aiutare chiunque voglia migliorare la propria qualità della vita.

Fare bocconi un troppo grandi, questa la condizione essenziale per effettuare una buona masticazione: la lingua deve spostare facilmente il cibo da un lato all'altro della bocca. Non introdurre un secondo boccone se quello prima non è stato completamente masticato e inghiottito, è la regola numero due.

Masticando bene si fanno automaticamente dei pasti piccoli, il senso di sazietà compare più rapidamente, dura più a lungo e si digerisce meglio..ecco un altro punto su cui concentrare l'attenzione: la digestione, un processo fondamentale per uno stato di completo benessere, di forza fisica e intellettuale, di piena capacità lavorativa, affettiva e sociale.

La dieta ideale sarebbe quella di un'abbondante colazione, un pranzo medio con al massimo due portate e una piccola cena prevalentemente proteica, con piccole quantità di carboidrati. Naturalmente il cibo dovrà essere semplice, non miscelato, senza aggiunta di zucchero o troppe spezie piccanti e poco elaborato.

Il movimento fisico e la respirazione sono una parte fondamentale del processo digestivo. Respirate a fondo e liberamente facendo compiere al diaframma un ampio movimento di contrazione e rilasciamento entro l'addome: questo esercizio è fondamentale per il massaggio degli organi interni che vengono così stimolati nel processo digestivo.

L'ultima raccomandazione è quella di alzarsi da tavola prima di essere completamente sazi e.. provate su voi stessi questi semplici suggerimenti, la vostra salute ne trarrà sicuro giovamento.

Il miele è un potente antibatterico naturale

Le vie del miele

Alimento ricco di sostanze "vive", facilmente assimilabile, energetico, il miele è un potente antibatterico naturale.

Il miele è il nettare dei fiori attinto dall'ape dal profondo della corolla, dall'ape elaborato, concentrato e deposto nei favi dell'alveare. Il miele che si ottiene può essere assimilato dagli stomaci più delicati come quelli dei bambini o degli anziani.

I nostri antenati avevano scoperto, empiricamente, le proprietà antisettiche, dietetiche, dolcificanti, fortificanti, calmanti, lassative, diuretiche del miele, e seppero approfittare di queste proprietà per curare gran parte delle malattie.

Nell'America indiana, ad esempio, il miele - senza togliere nulla agli altri suoi preziosi utilizzi contro le malattie della pelle, le ferite, le affezioni dell'apparato respiratorio, digestivo, urinario e contro le turbe di origine psichica - è considerato un alimento caldo, ossia capace di trasmettere il suo calore e la sua energia al malato che, invece, è considerato "in stato di perdita di calore".
Anche la vecchia medicina russa non finisce di sottolineare le numerose proprietà terapeutiche del miele: veniva utilizzato per curare le piaghe infette e profonde, le scottature, le affezioni del cavo orale, respiratorie e oculari, per calmare la tosse, i dolori intestinali e articolari, combattere il rachitismo, la denutrizione, l'anemia e lo scorbuto...

Ma senza allontanarci troppo dalla nostra storia, in Italia, nell'antica civiltà contadina, il miele era considerato un alimento molto importante. Associato al latte, curava tutte le infermità dei bronchi e dava sollievo alla tosse e alle infiammazioni di gola. Componente base di moltissimi preparati medicinali, se ne sfruttano le capacità emollienti e cicatrizzanti per la cura di ferite anche infette e per le malattie dell'apparato respiratorio. Come se non bastasse, il miele è considerato un blando lassativo e un collutorio per gengiviti e stomatiti.

Sono molte le persone che ancora non riescono a comprendere l'importanza di un'alimentazione corretta per vivere a lungo... Cosa c'è allora, di più naturale del miele?

Il digiuno come medicina

In alcune affezioni, l'astensione dal cibo può contribuire al processo di guarigione, ma solo il medico potrà assicuraci un risultato efficace senza rischi

Anche se all'apparenza sembra un controsenso, il mancato apporto nutritivo, opportunamente controllato dal medico, può significare per l'organismo un vantaggio. Esistono, tuttavia, situazioni in cui la pratica è assolutamente da escludere. Nella medicina olistica, come in quella convenzionale, il "fai da te" non è affatto consigliabile.

Malattie
Il digiuno è efficace, soprattutto per le malattie dell'apparato cardiaco, le allergie, le malattie infiammatorie, l'artrite reumatoide. In quest'ultimo caso, ad esempio, è stato dimostrato come dopo dieci giorni di digiuno i dolori diminuiscano dell'80 per cento, tranne nei pazienti che hanno fatto a lungo uso di cortisone e derivati. Non è efficace, invece, nel combattere l'obesità, nella quale produce uno spiacevole effetto "rimbalzo", vale a dire una ripresa veloce del peso iniziale, non appena si ripristina una normale alimentazione.

Tipi di dieta
Esistono numerose versioni del digiuno:

il digiuno integrale, messo a punto dal Dr Shelton, è uno dei metodi più radicali di cui si sconsiglia l'applicazione se non sotto stretto controllo medico. Può rivelarsi molto faticoso, sia dal punto di vista fisico, che psichico e non deve mai essere condotto a scopo dimagrante o da persone inesperte;

il digiuno modificato, di cui esistono molte versioni. A seconda della formula, il paziente ha diritto a succhi di frutta, verdura, a brodi vegetali o tisane;

le monodiete consistono nel mangiare un unico alimento per uno o più giorni consecutivi. La più conosciuta è quella di uva, ma sono diffuse anche quella a base di succo di carota, di fragola, di mela, di ciliegia, di asparagi, di denti di cane.

Modalità di applicazione

fase di transizione o riduzione progressiva del cibo dura alcuni giorni. In essa, ogni giorno si elimina gradualmente una tipologia di alimenti, a partire dai prodotti animali (latte, uova, carne e derivati), poi le sostanze eccitanti come tè e caffè via via con modalità specifiche fino all'eliminazione totale dei prodotti solidi;

digiuno propriamente inteso, dove non si consumano prodotti solidi, ma solo liquidi a volontà. Il senso di fame scompare dopo uno o due giorni e se la fase precedente è stata eseguita correttamente, si otterrà un piacevole senso di benessere e l'intensificazione delle funzioni di escrezione;

la ripresa dell'alimentazione normale avviene nelle stesse modalità della fase di transizione, ma con un procedimento esattamente inverso.

Controindicazioni
Si deve evitare il digiuno in tutti i casi di malattie conclamate a carico di fegato e reni, i due organi maggiormente coinvolti nei processi di depurazione dell'organismo. Assolutamente sconsigliata in caso di anoressia, bulimia, aritmie cardiache, abbassamento delle difese immunitarie, ulcera peptica, gravidanza, allattamento.

Curarsi con il limone

Presente in molte case in ogni periodo dell'anno è anche l'unico frutto che non viene consumato come un alimento, ma unicamente per le sue straordinarie proprietà aromatizzanti e medicamentose.

Del limone può essere utilizzato praticamente tutto, ma il succo è l'ingrediente più comunemente usato, perché ricco di acido citrico, acido malico, citrati di calcio, potassio, sali minerali e oligoelementi quali ferro, fosforo, manganese, rame, grande quantità di vitamina A, B1, B2,B3 e P carotene e soprattutto vitamina C.
I limoni utilizzati, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, devono provenire da coltivazioni biologiche.

Cosa cura
Influenze, malattie infettive, anemia, nausea, reumatismo, inappetenza, bronchiti, arteriosclerosi, digestioni difficili, scorbutico, insufficienza epatica, diabete, gotta, ipertiroidismo, calcoli renali, vomito, diarrea e tantissimi altri piccoli e grandi disturbi, anche della pelle. E' depurativo, rimineralizzante, vermifugo, cicatrizzante, antipruriginoso, antivelenoso (ottimo contro le punture di insetti) e fluidifica il sangue.

Controindicazioni
La cattiva combinazione del limone con altri cibi può creare disturbi di acidosi o difficoltà digestive. Non va, quindi, abbinato con farinacei (cereali, pane, riso, castagne, patate), latte, pomodori e frutta dolce.
L'assunzione periodica, inoltre, è sconsigliata a persone che soffrono di insufficienza epatica, iperacidità gastrica cronica, artrite cronica, per la difficoltà che il loro organismo ha nel trasformare nel corso della digestione l'acido citrico.

Come usarlo
Raffreddore: lasciare in infusione per un'ora in un litro d'acqua 2 cucchiai di semi di lino e 2 limoni tagliati a metà. Filtrare, spremere i limoni e unire il succo d'infuso. Consumare una tazza più volte al giorno.
Digestione: lasciare in infusione, per dieci minuti, un paio di scorze in acqua bollente, aggiungere del miele e bere molto lentamente.
Punture d'insetti: strofinare con una fetta di limone la parte punta.
Denti bianchi: spazzolarli settimanalmente con succo di limone puro.
Alito cattivo: lasciare macerare in una ciotola di acqua fredda per quattro ore il succo di un limone insieme a due cucchiai di polvere di semi di anice. Da utilizzare per fare gargarismi il mattino a digiuno a mezzogiorno e la sera.
Bagno detergente: nell'acqua del bagno versate il succo di un limone.
Capelli: frizionare il cuoio capelluto con una lozione preparata con 2 cucchiaini di olio di oliva, 1 cucchiaino di succo di limone e 1 cucchiaino di rum o grappa per combattere la fragilità o la caduta eccessiva dei capelli.
Mani: strofinatele ogni sera con succo di limone e olio di oliva e avrete mani morbide e lisce.

Dimagrire non è un gioco

Per il corpo perdere peso è un cambiamento importante, che va seguito alla luce di una profonda conoscenza delle esigenze fisiologiche e delle caratteristiche costituzionali di ogni individuo.

Non esistono diete miracolose o improvvisate.
Troppo spesso i media e l'opinione comune associano le diete al recupero della prestanza fisica o al miglioramento dell'aspetto estetico. Obiettivi che sembrano alla portata di tutti: qualche pozione magica per sostituire i pasti, un po' di "sano buon senso" e il gioco è fatto. Una mentalità sbagliata, che trascura invece la questione centrale di qualsiasi dieta: preservare intatto il benessere dell'organismo durante una fase di cambiamento, ma soprattutto ottenere un peso forma stabile nel tempo.

Per fare questo, si deve sempre tenere conto di tutta una serie di parametri medici e anamnestici, vale a dire legati alla storia personale e familiare dell'individuo, che solo il medico o il dietologo può dare.

Andare contro le caratteristiche del proprio metabolismo basale, vale a dire contro le modalità soggettive con cui ogni organismo assimila gli alimenti, può essere dannoso e innescare gravi problemi di salute, oltre a vanificare i sacrifici e regalare immense frustrazioni.

Sarebbe oltremodo utile capire, grazie all'aiuto della medicina olistica, a quale tipo di costituzione si appartiene. Grazie a questa conoscenza, si potrebbe meglio accettare il proprio peso, anziché vivere in un rapporto perennemente conflittuale, talvolta ossessivo, con la bilancia. Ci sono persone che non potranno mai scendere al di sotto di certi livelli di peso e che nessuna dieta trasformerà in longilinee, se non sono nate con quelle caratteristiche

Vitamine: scopri a cosa servono e dove si trovano

Indispensabili al normale funzionamento di tutti i nostri processi biologici, le vitamine scoperte sono 15 di cui alcune solubili nei grassi (A-D-E-F-K), altre in acqua (B-C-P).

Senza vitamine non potremmo vivere, ma a differenza delle proteine, dei grassi, dei carboidrati, che sono necessari in quantità notevoli e si trasformano e si bruciano, le vitamine sono necessarie in quantità piccolissime e sono presenti nell'organismo come catalizzatori (favoriscono le più diverse reazioni senza parteciparvi direttamente).

Purtroppo le vitamine sono fragili: basta un po' di calore, il freddo eccessivo e alcoli, farmaci, tabacco, per ridurre di molto l'efficacia.

Vitamina A
Ha numerose funzioni importanti per l'organismo: per la crescita, per la salute delle mucose degli apparati respiratorio, digerente e urinario, utile per la pelle, per la vista, per le ossa, per i denti, per la circolazione del sangue, antistress, antinfettiva e pare preventiva anticancro. Come vitamina preformata si trova in pochi alimenti animali, soprattutto nel fegato, in misura minore nel latte e nel burro. Il principale precursore, il beta-carotene è un antiossidante, ha azione protettiva anche nei confronti dell'apparato cardiovascolare, è antinfiammatorio e contribuisce a ritardare l'invecchiamento. Ha anche effetti regolatori sul sonno e sulla pressione arteriosa. La carenza causa lesioni oculari quali secchezza e ulcerazioni della cornea, diminuzione dell'intensità visiva, gonfiore delle palpebre unito. Si osserva una minore resistenza alle infezioni, emicrania, nervosismo, ansietà. Si trova in molti frutti e negli ortaggi gialli e arancioni.

Vitamina D
Regola i metabolismo del calcio (crescita delle ossa), la salute dei nervi e il battito cardiaco. Una sua carenza può provocare rachitismo nei bambini e osteoporosi negli adulti e anziani, anemia e reumatismi. Si trova nell'olio di fegato di merluzzo, salmone, sardine, tonno, aringhe, tuorlo d'uovo, latte fresco e nel germe di grano.

Vitamina E
Presiede alla salute dei globuli rossi, rallenta l'invecchiamento e riduce la trombina nel sangue. I sintomi di carenza sono anemia e danno ai nervi. In terapia e prevenzione è utilizzata in caso di senescenza precoce, alcune forme di sterilità, coaguli sanguigni, vene varicose, colesterolemia, scarsa resistenza allo sforzo nello sport, danni polmonari e bronchiali da inquinamento. Si trova negli oli di semi e di oliva, nel germe di grano, nella frutta secca, carote, cavolo, piselli freschi, spinaci, lattuga, broccoli, ecc...

Vitamina K
E' un fattore di coagulazione del sangue che evita perciò le emorragie. Indicata per le emorragie, in disturbi epatici, coliti, nelle orticarie e nei trattamenti antibiotici che distruggono la flora microbica intestinale. La carenza favorisce le emorragie e provoca ritardi nella coagulazione del sangue. Lo yogurt è una delle fonti migliori ma anche nelle verdure a foglia verde scuro.

Vitamina F
Favorisce la crescita e il benessere dell'organismo e aiuta a prevenire la formazione di depositi di colesterolo nelle arterie. Favorisce l'integrità della pelle e dei capelli. Una carenza è rilevata da sintomi di dermatosi varia quali eczemi infantili, acne, screpolature, prurito anale ed è anche causa di altri disturbi quali l'arterioscelori, trombosi, angina pectoris, disturbi epatici e nervosi. E' costituita da acidi grassi insaturi che si ricavano da alimenti come oli vergini, estratti a freddo, di girasole, di noce, ecc...

Vitamina B1
E' la vitamina della mente per i suoi benefici effetti sul sistema nervoso e sull'efficienza intellettuale. Regola il metabolismo dei carboidrati, è indispensabile alla crescita, stimola l'appetito, presiede alla salute del cuore, facilita la digestione. La carenza causa nevriti, stati di stanchezza, mal di testa, irritabilità, disturbi alla memoria, palpitazioni, affanno, vertigini, inappetenza, sciatica. Una maggiore quantità di vitamina B1 è necessaria a tutti coloro che fumano, che devono alcolici, consumano molto zucchero e vivono condizioni di stress continuo. Si trova nel lievito di birra, nel germe di grano, nei cereali integrali, legumi, semi oleosi, formaggi, uova, prosciutto, latte, ecc...

Vitamina B2
La sua importanza riguarda i fenomeni di regolazione cellulare: opera sul metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine. Regola il sistema nervoso e agisce sull'equilibrio intestinale. La carenza provoca disturbi gastrointestinali, lesioni oculari, lesioni alla pelle, mucose, unghie, stanchezza e crampi muscolari. Si trova nel latte, formaggi, uova, carne magra, fegato di bue, pesci, legumi, ortaggi, pasta, pane, mandorle, ecc...

Vitamina B3
Interviene nel metabolismo dei carboidrati, dei grassi e nel sistema circolatorio, ed è un forte equilibratore nervoso e antidepressivo indicato nelle lesioni della pelle, nei disturbi circolatori periferici, nelle infiammazioni della bocca, nelle diarree, nell'affaticamento e cattiva digestione. Si trova in tutti gli alimenti, abbonda in cereali integrali, legumi, semi oleosi, lievito di birra, verdure e frutta fresca e in alcuni tipi di carne (capretto).

Vitamina B5
In terapia e prevenzione si usa per diminuita resistenza alle infezioni, nei crampi muscolari, nella stanchezza, nello stress, nell'artrite, per la salute delle pelli e dei capelli. Indicata per i disturbi di fegato, dermatosi, stati depressivi, infiammazioni vie respiratorie. Molto diffusa nel regno vegetale e animale.

Vitamina B6
Regola il metabolismo dei carboidrati e permette all'organismo di assimilare proteine e grassi. Indispensabile per la produzione per la produzione di anticorpi e di globuli rossi e serve a prevenire vari disturbi del sistema nervoso e della cute. Usata in caso di arterioscelorosi, diabete, anemia, stati confusionali, reumatismi, asma, crampi alle gambe, nausea, depressione. Principali fonti si trovano nel lievito di birra, semi oleosi, legumi, ortaggi, patate, tuorlo d'uovo, fegato, spinaci, piselli, banane, ecc...

Vitamina B7
Sovraintende al metabolismo dei grassi e al funzionamento del sistema nervoso. E' indicata per il buon funzionamento del fegato e per il sistema immunitario. In terapia e prevenzione si usa per l'ipertensione, disfunzioni del fegato, per paralisi e per disfunzioni cardiache. Buone fonti sono la lecitina di soia, lievito, uova, soia, arachidi, pesce, il germe di grano, il cavolo, ecc...

Vitamina B8
Utile alla salute della pelle, nei casi di dermatosi, nei dolori muscolari e crampi nelle gambe, casi di stanchezza; è necessaria contro il calo dei globuli rossi. Si trova in numerosi vegetali: lievito di birra, arachidi, cavoli, carote, pomodori, spinaci, frutta secca, piselli, semi oleosi, mele.

Vitamina B9
Associata alla vitamina B12 partecipa alla formazione dei globuli rossi, alla sintesi degli amminoacidi. In terapia e prevenzione si usa in caso di parto prematuro, anemie, rafforzamento delle immunità, gravidanza. La carenza può portare a sintomi depressiva, apatia, ansia, insonnia e disturbi digestivi. Buone fonte sono tuorlo d'uovo, latte, fegato, rene, pesce, carni, spinaci, asparagi, soia, barbabietole, lattuga, patate, cavolo, fagiolini, piselli.

Vitamina B10
Interviene nella formazione delle cellule del sangue. In terapia si usa in caso di nervosismo, depressione, disturbi digestivi e anche per prevenire le scottature solari. Si trova nelle uova, lievito di birra, germe di grano, cereali integrali, fegato di bovino.

Vitamina B12
E' il fattore antianemico più conosciuto, ha un'analogia strutturale con l'emoglobina. Molto diffusa in natura: molluschi, pesci, tuorlo d'uovo, formaggi, carni bovine, latte intero. E' l'unica vitamina che contiene elementi minerali essenziali. Necessaria e indicata nelle anemie, nelle nevralgie, dolori reumatici, allergie, coliti, affaticamento intellettuale; accresce l'energia fisica, promuove la crescita, mantiene integro il sistema centrale e rafforza il sistema immunitario. Attenua gli stati di irritabilità, migliora la concentrazione e la memoria. Favorisce un efficiente utilizzazione dei carboidrati, grassi e proteine. Le donne possono trovare utile un apporto di vitamina B12 immediatamente prima e dopo le mestruazioni: da energia e mitiga il senso di irritabilità tipico di questo periodo.

Vitamina B13
Non è reperibile da sola, ma sempre in combinazione con sostanze naturali. Interviene nel metabolismo insieme ad altre vitamine e può prevenire certe disfunzioni epatiche e l'invecchiamento precoce. Si trova nelle radici commestibili e nel siero del latte.

Vitamina B15
Accelera il recupero dalla fatica, esercita un'azione protettiva contro gli agenti inquinanti, allevia i sintomi dell'asma, stimola le reazioni immunitarie, protegge il fegato. Una carenza può dare luogo a disturbi nervosi e ghiandolari, a malattie cardiache e a una ridotta ossigenazione dei tessuti. Principali fonti: lievito di birra, riso integrale, zucca e semi di zucca, sesamo e semi di sesamo.

Vitamina C
Indispensabile all'organismo. Potenzia il sistema immunitario, esercita anche un'azione tonificante, rafforzante e antistress. Protegge anche dagli agenti cancerogeni, migliora e spesso condiziona l'assorbimento del ferro e quello di quasi tutte le vitamine. Favorisce il fissaggio del calcio sull'osso. In terapia e prevenzione si usa per anemia, arteriosclerosi, emoragie, diabete e gengive sanguinanti. Principali fonti naturali quasi esclusivamente vegetali sono: peperoni, broccoletti, kiwi, cavolini di Bruxelles, rape, lattuga, invidia, spinaci, arance, limoni, mandarini, pompelmo, porro, melone, piselli freschi, ribes, mirtilli, pomodori, pere, mele, uva, ananas, patate, ecc...Poiché il nostro organismo non ha riserve di vitamina C, è necessario consumarne ogni giorno una quantità notevole attraverso frutta e verdura cruda.

Vitamina C2
Si tratta in realtà, non di una vitamina vera e propria, ma di flavoni e flavonoidi, sostanze coloranti naturali (giallo-arancione) presenti in alcuni frutti e alcune verdure. Da tono ai vasi capillari e ne accresce la resistenza alle pareti, evitando i "lividi" che molte persone hanno al minimo urto. I bioflavonoidi più efficaci si trovano nelle scorza degli agrumi, ma anche nelle parti bianche che di solito restano negli spremiagrumi dopo una spremuta. E' preferibile eutile mangiare arance e mandarini interi tagliando solo uno strato sottile di scorza e lasciando intatta la pellicina bianca. Altri fonti alimentari sono: albicocche, ciliegie, uva, melone, pomodori, cavoli, broccoli, ecc...

Intolleranza al glutine: il morbo celiaco

Sindrome da malassorbimento intestinale caratterizzato da un'anomala struttura dell'intestino tenue dovuta la proteina del glutine contenuta principalmente nel frumento, nell'orzo e in altri cereali.

I sintomi da morbo celiaco come il calo di peso, il pallore dovuto ad anemia, deficit di calcio, dermatite, uniti al binomio diarrea-malassorbimento, si manifestano più frequentemente nei primi tre anni di vita, quando si introducono i cereali nell'alimentazione, mentre la massima incidenza si registra in seguito, tra i 20 e i 30 anni. Il fattore ereditario sembra giocare a favore dello sviluppo della malattia, mentre le ricerche effettuate negli ultimi anni indicano che l'allattamento al seno e la ritardata somministrazione del latte di mucca e dei cereali riducono notevolmente il rischio di sviluppare questa grave forma di malassorbimento intestinale.

Il glutine, uno dei principali componenti dell'endosperma del grano, è costituito da gliadine e glutenine. E' stato dimostrato che a scatenare il morbo celiaco è la sola proporzione di gliadine, una proteina che però, sottoposta a digestione completa, non scatena il morbo celiaco nei soggetti predisposti, il che fa supporre che questo possa essere messo in relazione con l'esistenza di un difetto enzimatico per quando riguarda la digestione delle proteine.

Una volta riconosciuta la malattia viene indicata una dieta esente da glutine, che non contenga frumento, segale, orzo, avena.

Inizialmente si tende ad eliminare dalla dieta anche il latte e i suoi derivati fino a quando la struttura e la funzione intestinale ritorna alla normalità.
Attenzione! A causa della vasta diffusione della gliadina e di altre sostanze che scatenano il morbo celiaco negli alimenti lavorati, è molto importante leggere attentamente le etichette dei prodotti in modo da evitare fonti nascoste di gliadina rinvenibili in alcune marche di salsa di soia, nell'amido alimentare modificato, nei gelati, nelle minestre, nella birra, nel vino, nella vodka, nel whisky, nel malto, etc...meglio rivolgersi a un centro per l'informazione e l'educazione sanitaria per ottenere una guida all'alimentazione priva di glutine.

L'importanza dei minerali nella dieta

I minerali sono sostanze inorganiche indispensabili per l’organismo e le sue funzioni vitali, partecipano infatti alla crescita, al mantenimento, alla riparazione dei tessuti e delle ossa.


La caratteristica principale dei minerali sta nella loro impossibilità di essere sintetizzati autonomamente dagli esseri viventi. Al contrario di quanto avviene per esempio con altre sostanze vitali (come lipidi, proteine, carboidrati, ecc...), per i minerali si ha l’obbligo di ricercarli nella verdura, ortaggi, frutta, legumi.

In realtà il fabbisogno di minerali è davvero minimo ma continuo e il compito dell'organismo è di supplire a quella dispersione che quotidianamente si verifica attraverso il sudore, le urine e le feci. Basta pensare che i minerali rappresentano complessivamente solo il 6,2% del peso corporeo ma che, malgrado questa cifra irrisoria, subiscono continue mancanze e squilibri nella dieta moderna.

Esistono una serie di minerali che compongono il corpo umano e che possiamo trovare negli alimenti di uso più comune. Di seguito un breve elenco per presentarne alcuni e rendersi conto del ruolo fondamentale che svolgono nel nostro organismo.

Calcio: è presente nelle ossa e nei denti. Interviene nella coagulazione sanguigna, nel funzionamento del cuore e nell’eccitabilità neuro-muscolare. Sintomi da carenza sono: contrazioni muscolari, crampi, tetania, spasmofilia, insonnia, irritabilità, perdita di memoria, fragilità ossea, aritmia cardiaca, crisi di ansia. Si trova nelle verdure a foglia verde, sardine, datteri, mandole, noci, latte, cavoli, semi, crostacei.

Fosforo: è l’elemento più abbondante dopo il calcio. E’ importante nei dolori artritici ed è un costituente della trasmissione dell’impulso nervoso. I sintomi da carenza sono: affaticamento fisico e nervoso, atonia muscolare, anemia, sensibilità crescente alle infezioni, rachitismo e artrite, carie e gengiviti. Si trova nel pesce, lievito di birra, rosso d’uovo, noci, legumi, latticini e formaggi, cioccolato, cereali integrali, semi.

Ferro: interviene nella formazione della emoglobina. I sintomi da carenza sono: stanchezza, pallore, soffio cardiaco, unghie fragili, desquamate o striate in senso longitudinale, capelli, peli e pelli fragili, stomatite angolare, disturbi mestruali. Si trova nelle alghe, carni rosse, ortaggi verdi, melassa grezza, tuorlo d’uovo, barbabietole, frutta secca, fegato di maiale e di vitello, pesce, pollame, carne di cavallo, vino rosso.

Cioccoliamoci

Consumato di tanto in tanto e con moderazione, il cioccolato fornisce alcuni nutrienti e soprattutto regala piacere e gratificazione a chi ne gusta il sapore.

Amalgama di cacao, zucchero e talvolta burro di cacao, polvere di latte e nocciole, fuso e mescolato lentamente a 80 gradi e poi solidificato un diverse forme... il cioccolato è una dolce tentazione alla quale è bene cedere, qualche volta.

Il cioccolato - in particolare quello amaro di buona qualità prodotto con un’alta percentuale di cacao - stimola il sistema nervoso, l’attività cardiaca e la resistenza alla fatica fisica perché ricco di sostanze come la caffeina e la teobromina, le stesse che agiscono positivamente sulla concentrazione mentale e la prontezza psicofisica.

Come antidepressivo può essere di grande aiuto: facilita la produzione di endorfine, tranquillanti naturali dell’organismo ed è in grado di aumentare la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore regolatore del tono dell’umore.

Come spiegare lo stretto rapporto che sembra legare il consumo di cioccolato alla soddisfazione sessuale femminile? Probabilmente oltre al leggero effetto stimolante ed eccitante sulle cellule celebrali, si aggiunge l’aspetto psicologico, gratificante, che aiuterebbe a migliorare l’umore della donna, anche nella fase pre-mestruale.

Inoltre la ricerca ha dimostrato che il cioccolato non causa nè acne o problemi alla pelle, né carie dei denti. Al contrario, scienziati hanno scoperto che i tannini presenti nel cioccolato riducono la crescita della placca e persino nel trattamento della tosse sembra essere indicato come calmante



Tutto dipende dalle dosi! Persino nell'economia di una dieta ipocalorica, ogni tanto, è permesso un quadratino di cioccolato fondente da circa 10 grammi, ovvero 50 calorie (le stesse calorie contienute una mela)… soddisfa il palato e la mente! Per chi proprio non può neanche assaggiarlo, esiste la carruba: un legume dal sapore dolciastro simile al cioccolato per cui può soddisfare la voglia di dolce, senza esagerare con calorie e grassi.

Non dimentichiamo che il cioccolato è un alimento che impegna il fegato, è quindi controindicato per chi soffre di malattie epatiche e per chi ha problemi a digerire grassi; sconsigliato, se non in piccolissime dosi, agli obesi e ai diabetici, mentre è vietato ai bambini sotto i tre anni e, naturalmente, a chi ha intolleranze o allergie ai suoi componenti.

Oggi il cioccolato trova impiego persino nella cura della salute e del corpo. Gli esperti assicurano che l’assorbimento del cioccolato attraverso il massaggio garantisce la stessa sensazione di benessere di una scatola di cioccolatini insieme ad un effetto rivitalizzante e antistress. Inoltre il burro di cacao viene utilizzato dalle industrie cosmetiche che ne sfruttano le proprietà emollienti, lubrificanti, sgrassanti e protettive nella produzione di burro per labbra, solari, emulsioni e perfino maschere per il viso.

Alcuni "segreti" per ridurre il consumo di sale

Ridurre l'apporto di sale nella dieta è importante per la salute. Numerosi studi evidenziano che il vero nemico della pressione arteriosa a tavola è proprio il sodio, da bandire anche per chi ha problemi di ritenzione idrica e soffre di cellulite.


Cibi in scatola, dadi, formaggi stagionati, salse, insaccati, dolci industriali, e non solo...
Troppo sale nella nostra dieta! Il limite massimo raccomandato dall'Oms è di appena 6 grammi, mentre sono 10/11 grammi in media al giorno i quantitativi di sale consumati in Italia.

Niente allarmismi, certo, ma meglio essere consapevoli che tutti gli alimenti, dalle verdure alla carne, contengono già allo stato naturale il sale.
Perchè aggiungerne altro? Forse è per un bisogno indotto da un'abitudine che ci porta a pensare che un cibo è più saporito se è più salato?

E' frequente sentire ripetere che il sale è indispensabile...sembra sia proprio così. Fin dalla prima infanzia il nostro corpo si abitua al sapore salato con le pappe, gli omogeneizzati... quindi non è poi così strano se ci sono persone che, senza neppure assaggiare la pietanza, si buttano subito sul sale!

L'ideale è imparare poco per volta a limitarne l'uso per rendersi conto che si guadagna in salute a livello cardiocircolatorio e ritenzione idrica, senza rinunciare al gusto.


Alcuni "segreti" per ridurre il consumo di sale nel cibo:
Via libera a erbe e spezie che insaporiscono i cibi e sono gradevolissimi soprattutto in questa stagione: sulla carne sono ottimi timo, salvia, rosmarino e peperoncino, sul pesce ideali sono l'origano il prezzemolo e l'erba cipollina. Nell'acqua in cui si cuociono pasta o riso si può sostituire parte del sale con un pezzo di zenzero e prezzemolo.
Abituarsi ad usare aglio, capperi, cipolle, e olio extravergine di oliva che, oltre ad essere ricchi di straordinarie sostanze antiossidanti, regalano tanto gusto e in più permettono di salare il 70 per cento in meno.

Se proprio non se ne può fare a meno, al sale raffinato e a quello iodato -ottenuto artificialmente aggiungendo iodio chimico al sale raffinato e consigliato a chi ha problemi di tiroide- è preferibile il sale marino integrale che contiene tutti i minerali indispensabili per un buon funzionamento dell'organismo.

Di facile preparazione è il sale alle erbe: al sale marino integrale si aggiungono le spezie preferite, precedentemente triturate, per dare un sapore maggiore ai piatti. Una valida alternativa è il gomasio: sono dei semi di sesamo tostati in poco sale integrale marino, ed usati per condire le pietanze alla fine della cottura.

Ultimo consiglio: masticare bene è un ottimo espediente per sentire il cibo più salato.

Il lino usati nella medicina popolare

Da sempre usati nella medicina popolare, oltre ad essere lassativi ed emollienti, hanno interessanti proprietà curative.

Il lino (Linum usitatissimum) appartiene alla famiglia delle Linacee, è una pianta che puo' raggiungere un'altezza massima di circa un metro con dei bellissimi fiorellini azzurri e petali ovali.
I semi di lino sono protetti da un duro rivestimento esterno, hanno un colore rosso bruno, sono lunghi 4-6 mm, larghi 2-3.

Come tutti i semi oleosi (noci, mandorle, pinoli, pistacchi, ecc..), anche i semi di lino contengono validi principi nutritivi come proteine, minerali, vitamine, grassi benefici, sostanze anticancerogene e antiossidanti, e in più possiedono mucillagini che li rendono raccomandabili come coadiuvanti nella prevenzione della stipsi e contro il bruciore di stomaco: ne basta un cucchiaio al mattino, a digiuno, da accompagnare con almeno 1/4 di litro di acqua, tisane o succhi di frutta o essere aggiunti al pane o alla miscela di fiocchi per la prima colazione. Oppure si può preparare una bevanda lasciando macerare per circa venti minuti 4 - 5 cucchiai di semi di lino in un litro di acqua fredda, da filtrare e bere possibilmente la mattina a digiuno.

Ideale è anche l'olio spremuto a freddo, ricchissimo di grassi omega 3 (indispensabili per l'integrità delle membrane cellulari), da utilizzare in modesta quantità come condimento, 1 o 2 cucchiaini tutti i giorni.




Per uso esterno, i semi di lino sono utilizzati per le affezioni dell'apparato respiratorio, per il catarro, raucedine, tosse e tracheiti e anche foruncolosi...in questi casi sotto forma di impacchi e fasciature.

Qualora ci fossero problemi di digeribilità, i semi di lino si possono tranquillamente macinare con un frullatore o un macinacaffè per poi spargerli su insalate e minestre...ma forse non tutti sanno che i semi di lino macinati possono essere anche un ottimo sostituto delle uova: un cucchiaio di lino macinato mischiato a tre cucchiai di liquido sostituiscono un uovo nella cottura al forno per la preparazione di biscotti e torte.

I semi di lino possono essere acquistati nei negozi di prodotti naturali, si conservano per parecchio tempo se tenuti in un luogo fresco al riparo dal sole.

La condizione di dieta permanente

Si tratta di un atteggiamento mentale che l'individuo adotta riguardo al cibo con l'intento di ridurre l'apporto calorico. Si impone un complesso di obblighi e divieti alimentari allo scopo di dimagrire e assolutamente di non ingrassare.

La restrizione cognitiva comporta due stadi completamente opposti: nella prima, caratterizzata da un controllo eccessivo, il soggetto blocca le proprie sensazioni alimentari e domina il suo comportamento (atteggiamento tipico della fase dieta), la seconda è la condizione di disinibizione e di perdita del controllo che assume forma di crisi iperfargiche, compulsive e bulimiche.

II dottor Jean-Philippe Zermati in questo libro, intende dimostrare che le perdite di controllo dell'individuo sono in realtà una conseguenza del fallimento degli stessi tentativi di controllo. Inoltre vuole spiegare come il fatto che il soggetto perda di vista le sensazioni alimentari diventi la causa del suo aumento di peso. L'intenzione è provare che la condizione psicologica in cui si pone la persona (la paura di ingrassare), è in grado di trasformare la sua relazione con il cibo fino a modificarne il comportamento alimentare e condurla ad aumentare di peso o a impedirle di perderlo.

Un esempio.
Molte persone sono convinte che, per dimagrire sarebbe meglio favorire alcuni cibi ed evitarne altri. Si sentono autorizzate a consumare tranquillamente e senza limiti grandi quantità di verdura, frutta, cereali e "alimenti light" (quelli che piacciono tanto agli americani) perché, dicono, "tanto non fanno ingrassare"...
Non è vero! come non è realistico pensare che esistono cibi "proibiti".
E' più ragionevole ammettere: qualsiasi alimento fornisce calorie che, assunte in eccesso, espongono al rischio di ingrassare. Nel cervello di ognuno di noi c'è un vero e proprio contatore di calorie molto più efficace di tutte le tabelle di composizione degli alimenti. E' proprio questo il centro che bisogna far lavorare, senza ascoltare i regimi alimentari che impongono dosi e alimenti.

Purtroppo di fronte alla proliferazione delle diete e dei comportamenti di restrizione bisogna anche ammettere che il numero di persone in balia delle diete è in costante crescita alimentato da una società in cui i problemi di peso sono affrontati sempre più precocemente, talvolta sin dall'infanzia, e con metodi deleteri.

In realtà per mantene il proprio peso basterebbe mangiare quando si ha fame, smettere quando si è appagati e lasciarsi guidare da una sorta di pilota automatico...si, perché è utile ricordare che l'alimentazione è una fuzione essenziale per la sopravvivenza e la riproduzione, regolata inconsciamente dal nostro corpo.

Bisogna imparare ad ascoltare e rispettare il nostro corpo: ci fornisce informazioni sui suoi fabbisogni. Il corpo parla attraverso le sensazioni alimentari: non dispone di altri mezzi per esprimersi!

I messaggi ricevuti sono discreti, ma molto chiari per chi li sa ascoltare...dicono cosa mangiare e in quali quantità, a seconda del gusto e del bisogno energetico di ognuno...si tratta di un meccanismo preciso capace di autoregolarsi. Tuttavia dietro questa immensa semplicità si nasconde la complessità, altrettanto estrema, di un dispositivo costituito da fattori biologici, psicologici e sensoriali dettati dai condizionamenti sociali.

Guarire dai problemi di peso non consiste solo nel dimagrire, ma anche nel riconcigliarsi con gli alimenti e con se stessi, per vivere in armonia con ciò che ci circonda. Richiede di considerare l'individuo nella sua interezza, senza ridurlo al numero dei chili da perdere.

giovedì 21 febbraio 2008

Il peso corporeo; Per mantenerlo

Il peso corporeo: un sistema di estrema semplicità

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Per mantenerlo basterebbe mangiare quando si ha fame, smettere quando si è appagati e lasciarsi guidare da una sorta di pilota automatico

Tuttavia, dietro l'immensa semplicità si nasconde la complessità altrettanto estrema di un dispositivo costituito da fattori biologici, psicologici e sensoriali: le sue uniche parti visibili sono la fame e la modulazione del piacere gustativo.

Quest'ultimo è determinante per la funzione regolatrice che ci informa sui fabbisogni e rafforza i comportamenti positivi.
Tuttavia tale processo è tanto più fragile tanto più è complesso: ci sono persone che hanno deciso di sostituire le proprie sensazioni con le convinzioni alimentari e non dispongono più del pilota automatico. A uno stadio più avanzato, finiscono per non percepirle e si trovano costrette a sostituire la regolazione spontanea e inconscia, che non richiede alcuno sforzo, con il controllo volontario e spossante delle diete.

In realtà gli unici aspetti che devono preoccupare sono la sensazione di fame e la soglia di sazietà. In poche parole, mangiare quando si ha fame.
Si, perché esiste nel cervello un vero contatore di calorie molto più efficace di tutte le tabelle di composizione degli alimenti, è proprio questo il centro che bisogna far lavorare. E' del tutto inutile mangiare in funzione della composizione degli alimenti, molto più importante è interrogarsi su ciò che si prova. In effetti, molto si lamentano che le emozioni li spingono a mangiare senza fame e si disperano perché non possono farci niente.


Cercare di comprendere le relazioni che si instaurano tra le emozioni e il comportamento alimentare può essere la chiave di svolta.

Ma le emozioni da dove vengono?
"Non sono gli avvenimenti a turbare gli uomini, ma l'idea che essi se ne fanno", afferma Epitteto, filosofo nato in Frigia intorno al 50 d.C.
Uno stesso avvenimento può dunque scatenare emozioni differenti, che vanno dalla semplice preoccupazione a una forte ansia, a seconda dei ragionamenti dell'individuo al momento dell'evento. Si tratta di ragionamenti o pensieri di un individuo su se stesso, sugli altri o sulle condizioni di vita; essi assumono un andamento disfunzionale o irrazionale, distorcendo la percezione della realtà. Tuttavia, quando si comincia a cercare ciò che si nasconde dietro questi ragionamenti, si scoprono schemi di pensiero, ossia un insieme di intime connessioni che la persona ha relativamente a se stessa e al mondo.

Vale la pena interrogarsi su quest'ultimo aspetto per tentare il primo passo: riconciliarsi con se stessi, amarsi e quindi accettare ciò che non si può cambiare!

Quando si acquisisce la convinzione di mangiare secondo la fame, dopo un certo tempo si raggiunge il peso di equilibrio, cioè quello per cui ognuno è geneticamente programmato.

Volere a tutti i costi dimagrire per avere un fisico da fotomodelli non è realistico e soprattutto richiederebbe mangiare meno rispetto al fabbisogno di ognuno: non serve a niente vivere assillati dal cibo e dalla paura di ingrassare.

Il coraggio di mangiare

Avere un sano rapporto col cibo, dal punto di vista psicologico, significa anche accettare il fatto che ogni giorno abbiamo fame, e siamo dipendenti da questo.

Il cibo che ingeriamo è connotato da due aspetti fondamentali: materiali e quantitativi da una parte, energetici e qualitativi dall'altra.

La digestione, che comincia dalla bocca terminando nell'ultimo tratto anale dell'intestino, è un processo biologico d'introiezione di materia e quindi di energia, ma non solo. Dal punto di vista psicologico, col cibo introduciamo nel nostro mondo interno porzioni di mondo esterno: quando mangiamo ingeriamo anche la "visione del mondo" di chi ci nutre, "mettiamo dentro" la qualità della relazione affettiva con il mondo e le persone vicine che condividono il pasto con noi.

Cibarsi dipende, da un lato dalla nostra disponibilità ad accettare una dipendenza sana, che si traduce nel riconoscimento del bisogno di nutrirsi e di essere nutriti dal mondo con le sue cose e relazioni, dall'altro si lega all'attivazione di una capacità aggressiva sufficiente che legittimi a prendere, manipolare, smontare e trasformare il "diverso" fino a poterlo assimilare.

La persona che mangia in modo vario e completo, quindi, si rende disponibile a edificare internamente una struttura solida e versatile a livello sia biologico sia psicologico, tale da saper regolare il proprio rapporto col mondo garantendosi il diritto alla sopravvivenza e alla piena espressione di sé.

L'accettazione di un dualismo innato e in equilibrio dinamico ammette che per amare si debba distruggere, che per assimilare il cibo si debba poterlo preliminarmente "mordere", semplificare e "cuocere" internamente.
Tutto ciò consente la funzione alimentare, base fondante del pensare e di ogni apprendimento affettivo.

Nell'anoressia, al contrario, non è stata introiettata la regola fondamentale che la funzione alimentare insegna, ovvero che "per vivere bisogna anche distruggere". Solo con l'accettazione del processo distruttivo implicato nell'afferrare, masticare, smontare, mandar giù, unito all'azione distillante e alla funzione assorbente intestinale, è possibile avere una trasformazione e accedere ad un processo creativo.

L'anoressica che per definizione è portatrice del disturbo dell'archetipo dell'alimentazione, a fronte di una fame abnorme e insaziabile di cibo ricco di gusto, affetto, calore e relazione, non si concede il diritto di mangiare.
Anche il legame di dipendenza, il bisogno essenziale e vitale dell'altro è negato con l'anoressia.

Il corpo è esiliato dalla coscienza, tanto quanto non è stato riconosciuto o rispettato nei suoi confini e nei suoi bisogni.
Ma l'essere umano è onnivoro per conquista evolutiva, vale a dire che, rispetto ad altre specie viventi, è capace di conquistare e assimilare più ampie porzioni di mondo (materia, relazioni, identificazioni, ecc... ) muovendosi verso un ordine più vasto e di maggiore complessità dentro e fuori di sé.

Quando il mondo da incorporare viene mutilato sempre più, la persona si trova a cibarsi di soli "frammenti" scarniti della totalità degli elementi, o di fantasie pericolose come quella di poter vivere al pari delle piante di sola aria e luce. Tutto questo può sfociare in un vero collasso psico-somatico dove la consapevolezza della distinzione tra vita e morte è persa, e dove tra umano e divino non c'è grande differenza: a entrambi è concesso il privilegio di non mangiare!

Affrontare la menopausa a tavola

Una dieta corretta aiuta sia a ridurre i sintomi, previene l'osteoporosi e protegge da malattie cardiache e tumori al seno

La menopausa viene spesso considerata un disturbo di "carenza" in quanto, nella donna arrivata a una certa età, la produzione degli ormoni entra in una fase di declino con sintomi più o meno riconoscibili: vampate di calore, sudori notturni, secchezza vaginale, riduzione della libido, dolori articolari, invecchiamento della pelle e opacità dei capelli.

Cosa fare? Semplicemente, una dieta corretta può non solo aiutare a ridurre questi sintomi e prevenire l'osteoporosi ma protegge da malattie cardiache e tumori al seno.

Numerosi studi illustrano gli effetti salutari di sostanze note come fitoestrogeni chiamati anche "ormoni vegetali". In generale frutta, verdura e cereali contengono fitoestrogeni di varia potenza e composizione, ma i più validi sul piano degli effetti benefici sono gli isoflavoni (una delle classi di fitoestrogeni) che si trovano nei legumi (soia, lenticchie, ceci, fagioli, piselli, aglio, sedano), semi (di lino, sesamo, zucca, papavero, cumino, girasole), cereali (riso, avena, grano, orzo, segale), frutta (mele, prugne, ciliegie, mirtilli, agrumi), verdure (broccoli, carote e patate), germogli, erbe e spezie (cannella, salvia, luppolo, finocchio, prezzemolo).
Gli acidi grassi essenziali sono letteralmente essenziali per la salute e costituiscono il secondo gruppo di alimenti in ordine d'importanza da assumere in menopausa subito dopo i fitoestrogeni. E' importante distinguere tra i vari tipi di grassi:
grassi polinsaturi, essenziali per la nostra salute, si trovano in noci, semi, pesci grassi (sgombro, sardine, aringhe, salmone) e in alcune verdure
grassi monoinsaturi, non sono indispensabili per la salute ma hanno comunque effetti benefici, si trovano nell'olio, preferibile quello extravergine oliva perché meno raffinato rispetto a esempio all'olio di girasole.

Un'altra importante arma per combattere l'invecchiamento precoce, tumore e problemi alle coronarie sono gli antiossidanti che si trovano in parecchi alimenti facili e piacevoli da mangiare regolarmente: cibi che contengono le vitamine C, E e il beta-carotene, minerali selenio e zinco. Anche gli oli Omega-3 nel pesce grasso e nei semi di lino. Alcuni importanti prodotti chimici vegetali sono pure potenti antiossidanti, come il licopene (nei pomodori), i bioflavonoidi (negli agrumi), e le proantocianidine (nelle bacche, nell'uva e nel tè verde).
Non dimentichiamo il ruolo del potassio, fondamentale per il buon funzionamento del cuore. Si trova nel tarassaco, e in frutta e verdura come sedano, albicocche, datteri e fichi.
Le fibre sono particolarmente utili nella prevenzione del tumore, per mantenere il cuore sano, per un controllo naturale del peso e prevenire la stitichezza. Ne esistono di due tipi: insolubili (come la cellulosa) si trovano nelle verdure e nei chicchi di grano integrale mentre le fibre solubili si trovano nella frutta, nell'avena e nei fagioli.
Ci sono poi altri tre gruppi di alimenti che contengono sostanze specifiche di grande utilità nella menopausa: verdure crocifere (cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles), liliacee (aglio, cipolle e porri), alghe marine.

Cosa è meglio evitare o assumere con moderazione?
Il consumo di carne rossa perché aumenta il rischio di osteoporosi ma anche le probabilità di tumore intestinale. Si possono ottenere le proteine animali da pesce, uova, latticini (sempre in quantità limitata perché ricchi di grassi "saturi" che si depositano sulle arterie e causano arterioscelosi ). Alimenti raffinati (zucchero e farina bianca) presente in torte, biscotti, pane, pasticceria. Bibite frizzanti, Alcol, tè nero e caffè (è stato dimostrato che più caffeina si assorbe più calcio si perde).

Numerose sono le ricette semplici e appetitose contenute in questo libro create appositamente per le donne che si avvicinano alla menopausa o che la stanno vivendo. E' importante sottolineare che la menopausa è un fatto naturale, una transizione da una fase ad un'altra della nostra vita che ognuno vive secondo i propri tempi biologici con sintomi diversi.

Depressione e cibo

La medicina attuale non è in grado di spiegarci l'insorgere di uno stato depressivo. Sappiamo che si verifica uno squilibrio biochimico a livello cerebrale ma ci sfuggono le ragioni di questo meccanismo


Vi è un modo di pensare che attribuisce scarsa importanza alle scelte alimentari, eppure è evidente il profondo legame tra mente e cibo.
Nel libro Prevenire e curare la depressione con il cibo, gli autori, Attilio Speciani e Luca Speciani, spiegano, a fronte di dati scientifici e testimonianze, come e perché siamo "dipendenti" non solo dai cibi che assumiamo, ma anche dalle loro combinazioni.

Comprendere come funzionano i meccanismi che regolano l'assunzione di un determinato cibo può essere un valido aiuto per modificare cattive abitudini alimentari che inevitabilmente influenzano il nostro umore.

Perché ci sentiamo perennemente stanchi?

Perché si prova sempre quella voglia di zuccheri?

Perché ci si butta sul cibo dopo una giornata stressante?

Perchè i giorni che precedono le mestruazioni oppure quelli in corrispondenza con il cambio di stagione presentano quadri di tristezza, prostrazione, abbattimento, pessimismo e malinconia?

La risposta è legata all'azione svolta dall'insulina, prezioso ormone che principalmente regola il livello degli zuccheri nel sangue. La sua azione può essere paragonata a quella del pompiere che è chiamato a spegnere un incendio zuccherino divampato nel nostro sangue.


Tutto è controllato dall'organismo: lo stesso rileva che se il livello degli zuccheri è troppo basso induce lo stimolo della fame, se invece il livello è troppo alto chiama il "pompiere insulina". Una volta spento l'incendio, l'organismo ricicla gli zuccheri immagazzinati nelle cellule grasse.
Intanto l'azione del "pompiere insulina" non si ferma qui: per essere più sicuro del lavoro svolto, fa scendere il livello degli zuccheri ancora più in basso.

La conseguenza?
Nel breve periodo lo stimolo della fame si fa sentire, lo spuntino a base di pane e marmellata o caffè e brioche (alto contenuto di zuccheri) riattiva l'allarme e il ciclo si ripete. Voglia di zuccheri, ingrassamento involontario ma soprattutto una continua variazione di umore, con stati mentali confusi, stanchezza frequente, pensieri negativi sono gli effetti che si percepiscono. Anche il fattore stress prolungato nel tempo svuota rapidamente tutte le nostre energie fisiche e psichiche.

Cosa fare?
Innanzi tutto prestare attenzione all'alimentazione, rispettando l'associazione tra proteine e carboidrati, privilegiando frutta, verdura e cibi sani, nutrienti e integrali.
Grande importanza è la distribuzione dei pasti durante la giornata.
- La colazione deve essere ricca (cereali o pane integrale o muesli, prosciutto, formaggio o yogurt, frutta fresca, uova, noci, nocciole...anche miele e marmellata senza zucchero).
- Il pranzo si figura come monopiatto in cui le proteine (pesce, carne, uovo, ecc..) si associano ai carboidrati della pasta o del riso senza dimenticare verdura fresca e cotta.
- La cena è il pasto più povero, ma sempre bilanciata dal punto di vista nutritivo.
Libertà di consumo per frutta e verdura fresca in qualsiasi momento della giornata senza dimenticare che solo un'alimentazione completa e variata può garantirci un equilibrio psicofisico ottimale.

Guarire mangiando

Il mercato è invaso da scatolette, surgelati, cibi precotti o liofilizzati ricchi di zuccheri, grassi, sale, coloranti e additivi. Come dobbiamo mangiare per stare bene e curarci?

Un aspetto importante di una dieta bilanciata è la varietà dei cibi assunti. Variando la dieta assicurerete al vostro organismo una gamma più ampia di sostanze nutritive indispensabili per il suo funzionamento.

La prossima volta che fate la spesa, quindi, comprate qualcosa di nuovo. In ogni pranzo e cena non dimenticatevi la verdura e i cereali; considerate che giornalmente dovreste mangiare, come minimo, cinque porzioni di verdura e frutta fresca. Si ricordi che per porzione si intende una tazza di verdura a foglia verde o una tazza e mezzo di altre verdure (cotte o crude) e un frutto di medie dimensioni.

Preparate gli alimenti in modo semplice. Cucinateli a vapore, al forno o alla griglia insaporendo con pochissimo sale, succo di limone e erbe. Evitate le fritture, che sono difficili da digerire; inoltre, gli oli e i grassi scaldati irrancidiscono rapidamente e sono molto calorici.

Per fornire al vostro corpo l'energia di cui ha bisogno, consumate tre pasti al giorno (un'ottima colazione, un buon pranzo, una cena leggera) con uno spuntino a metà mattino e metà pomeriggio.

A ogni disturbo la sua dieta, di seguito alcuni esempi:
Problemi respiratori
Il buon funzionamento del sistema respiratorio e il rafforzamento delle difese dell'organismo sono favoriti da particolari alimenti che, in alcuni casi, svolgono anche un'azione antinfiammatoria diretta e aiutano l'eliminazione del catarro:
- aglio, scalogno, cipolle, porri, cavoli, cavolfiori, broccoletti, rape, rafano, senape, crescione, rucola contengono sostanze solforate che, oltre ad operare un'azione antinfiammatoria, rendono fluido il catarro favorendone l'eliminazione. L'azione è maggiore se questi alimenti vengono consumati freschi e crudi, in insalata.
- Peperoncino rosso, senape, zenzero e curcuma sono spezie che aggiunte nelle minestre e nel brodo caldo aiutano ad eliminare il catarro e a dilatare i bronchi.
- Bacche di mirto utilizzate per insaporire sono ricche di olio essenziale contenete una sostanza dall'azione balsamica e antibatterica.
- Miele contiene bioflavonoidi ad azione antibatterica e antivirale contro i microrganismi che più di frequente colpiscono l'apparato respiratorio.

Colon irritabile
Il trattamento dietetico consite soprattutto nel bilanciare l'assunzione delle fibre che devono essere scarse nella fare sintomatica della malattia e aumentare gradualmente nella fase di miglioramento, per rendere regolare le funzioni intestinali.
Per aumentare progressivamente l'assunzione delle fibre è necessario utilizzare quantità sempre maggiori di verdure, da consumare inizialmente cotte e passate in purea (patate e carote) e poi cotte in piccoli pezzi; infine, dopo aver ottenuto un netto miglioramento dei sintomi, da consumere crude.
Inizialmente la frutta sarà consumata cotta, in seguito cruda anche con buccia.
Nella fase di sospensione dei sintomi si consiglia l'uso di cereali integrali , possono anche essere consumati legumi passati in purea. Latte e formaggi magri vanno consumati secondo la tolleranza individuale. Le carne i pesci vanno scelti magri e preparati senza sughi o salse. Le uova si possono consumare alla coque o in camicia.

Emorroidi e ragadi
Gli alimenti che possono curare e prevenire questa patologia:
cereali integrali (pane, pasta, riso, avena, orzo), legumi, patate e verdure (spinaci, erbette, lattuga, pomodori, zucca, zucchine, cavoli e cavolfiori). Per la frutta prediligere: agrumi, fragole, kiwi, mele e pere. Lo yogurt riequilibra la flora batterica intestinale.

Ipertensione
Bere molta acqua durante il giorno, possibilmente lontano dai pasti. Consumare molta frutta e verdura cruda. Sostituire il sale bianco con quello marino integrale (piccole dosi). Preferire il pesce alla carne. Consumare verdure verdi, noci, miele, alghe marine, cerali integrali e alimenti ricchi di potassio (mandarini, fragole, uva, banane, lattuga, spinaci, pomodori, carciofi, cavolfiori, semi di girasole). Aumentare il consumo di alimenti ricchi di vitamina c (kiwi, agrumi, peperoni, ortaggi verdi prezzemolo).

Stitichezza
Almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno.
Yogurt e verdure di ogni tipo sia crude che cotte, in particolare cavolo, carciofo, asparagi, broccoli, cime di rapa, insalata. Frutta fresca di stagione con la buccia. Frutta secca in particolare albicocche, fichi e prugne assunte da sole o ammorbidire in acqua tiepida in aggiunta nello yogurt della colazione o alla zuppa di cereali.Cerali integrali e legumi sono da preferire.
Attenzione a non esagerare con la fibra (verdure, frutta fresca e secca, cereali, legumi e crusca)! In quantità eccessive può irritare la mucosa intestinale, interferire sull'assorbimento di sali minerali, causare gonfiore e gas addominale.

Erbe che conciliano il sonno

Le piante medicinali sono in grado di favorire un riposo naturale e ristoratore, senza sonnolenza residua la mattina seguente.

I disturbi del sonno possono precedere ed annunciare l'instaurarsi di vere patologie e come tali non vanno esclusivamente soppressi, ricorrendo all'uso massiccio di psicofarmaci, ma indagati per spezzare e curare gli squilibri che li hanno creati.

Le piante medicinali agiscono sull'organismo equilibrando i processi vitali. Quando la difficoltà a prendere sonno dipende dall'ansia e dall'agitazione diurna, si può acquistare dall'erborista una tisana di tiglio (30 g), melissa (30 g) e fiori d'arancio (40 g). Il consiglio è di non assumerlo solo dieci minuti prima di andare a dormire, bensì di prenderne una tazza anche a fine pomeriggio, ripetendo la somministrazione dopo cena.

Nei casi di insonnia vera e propria, prima di coricarsi la sera si può prendere, oltre alla tisana anche della valeriana, preferibilmente in compresse o gocce, dato lo sgradevole sapore di questa pianta. Nell'uso della valeriana è consigliabile diffidare delle dosi elevate e limitare l'uso a 10 giorni, con intervalli di 2-3 settimane.

L'escolzia è la pianta-rimedio per eccellenza del sogno ansioso, con risvegli notturni dopo la fase REM, tipica conseguenza di un surmenage intellettivo.

Nella donna in peri e post menopausa, invece, il luppolo aiuta in caso di sogni angoscianti sui quali si innescano le vampate di calore. Attenzione a non superare le dosi di assunzione, per il pericolo di nausee.

La camomilla, tanto raccomandata da mamme e nonne, esercita un'azione rilassante su stomaco e intestino, piuttosto che sul sistema nervoso centrale. Va però sottolineato che in questi casi il valore rituale ha spesso una funzione maggiore rispetto al principio attivo, e quindi ben vengano i capolini fioriti di questa Asteracea, tanto cara alle vecchie generazioni.

Rimedi erboristici per combattere il raffreddore

Il potere curativo delle piante per combattere e prevenire gli ultimi raffreddori

La fitoterapia da sempre è in grado di attuare, in modo naturale e senza pericolose controindicazioni, una valida azione preventiva e anche forte azione terapeutica nei confronti del raffreddore e dell'influenza aiutando tutto l'apparato respiratorio.

Di seguito elenchiamo alcune piante che, già presenti nella nostra quotidianità, possono aiutarci per il loro potere medicamentoso in grado di svolgere un'attività antinfiammatoria, mucolitica, balsamica, antimicrobica, immunostimolante ed antiasmatica grazie ai principi attivi in esse contenuti.

La comune malva che può essere utilizzata in infuso di fiori e foglie oppure in tintura madre, esercita un'azione antiinfiammatoria sulla mucosa di tutto l'apparato respiratorio.
La stessa funzione viene svolta dal Ribes Nigrum che possiede in più uno spiccato potere antiallergenico.

L'eccesso di catarro nei bronchi può essere combattuto con la comune ananas che svolge un'azione antiflogistica e anticongestionante, mentre il Ginkgo biloba antagonizza la broncocostrizione.

Particolarmente efficace anche se molto amaro è il decotto di Marrubio che presenta attività mucolitica, espettorante, broncodilatatrice e sedativa della tosse può essere utilizzato anche in forma di tintura madre.

Da sempre è nota l'attività balsamica dell'eucalipto che, con il suo olio essenziale, ha inoltre un'interessante azione antisettica e antivirale come del resto il pino, la lavanda, la menta, il cipresso,il tiglio, il timo e l'achillea.

Di grande aiuto sono le essenze floreali dello zenzero, rosmarino, girasole, calendula, issopo perché svolgono un'azione riscaldante. In ogni caso il peperoncino rimane il rimedio più efficace, più comune e soprattutto più economico.

Piante medicinali per cefalee

Ne soffriva Santa Ildegarda, celebre per le visioni che precedevano l'attacco, così come la casalinga o il manager stressato: è il mal di testa, un disturbo che può essere curato con i fitoderivati

Il mondo vegetale offre rimedi per curare una tra le più comuni manifestazioni dolorose, la cefalea, che può essere così alleviata utilizzando antalgici naturali.
Questi, usati anche in maniera preventiva, possono evitare la cronicizzazione del dolore e l'innestarsi di uno stato di stress, con il vantaggio di presentare minori controindicazioni rispetto ai farmaci tradizionali.

Le emicranie, come noto, hanno origini diverse, ed è in base a quest'ultime che ci si può orientare nella scelta delle piante da utilizzare.

Crisantemo partenio è una pianta comune, appartenente alle Asteracee, che vanta una lunga tradizione come rimedio del mal di testa, in particolare in quello che si accompagna ai dolori mestruali ed agli stati febbrili. Le sue proprietà farmacologiche ne hanno confermato l'utilizzo popolare e, con la dovuta eccezione della gravidanza, lo rendono uno dei principali rimedi in caso di emicrania.

Nigella damascena è invece una solitaria pianta dai fiori azzurri, dai cui semi si estrae il principio attivo. E' utile per sedare tempestivamente le crisi, utilizzandone 10 gocce ogni 10 minuti, continuando poi nei giorni successivi con 30 gocce due volte al dì. La Nigella contiene un principio antistaminico che la rende utile negli stati allergici sia di natura respiratoria, sia dell'apparato digerente. E' importante comunque non abusarne, ed è sconsigliata in gravidanza.

Rauwolfia serpentina trova invece il suo utilizzo nelle cefalee degli ipertesi, per la sua duplice azione antiipertensiva e sedativa. Utilizzata fin dai tempi antichi dalla medicina tradizionale indiana, deve le sue proprietà ad alcuni alcaloidi contenuti nella radice, che per la loro spiccata attività sono comunque controindicati agli ipotesi e in gravidanza.

Quando l'emicrania si accompagna a cattiva digestione, nausea e astenia, la pianta d'eccezione è l' Angelica officinale, da prendere dopo i pasti per la sua azione, digestiva, antispasmodica e stimolante, tenendo conto che è bene utilizzarla a dosi basse, perché ad alte dosi l'azione si inverte, rendendola fortemente depressiva.

Litogemmoterapia, una sinergia curativa

I ritmi moderni ci procurano spesso un accumulo di tossine nell'organismo. Difficile sfuggire ad inquinamenti alimentari, ambientali, farmacologici, psichici, emotivi e metabolici.

Spesso un intestino mal funzionante o un fegato sovraccarico o una cattiva eliminazione renale e dei ristagni nel sistema linfatico non ci aiutano certo ad avere una chiara visione di ciò che accade dentro e fuori di noi.

Tra i rimedi che ci aiutano a far scorrere le energie all'interno del corpo, che ci aiutano a smaltire le scorie che non scompaiono naturalmente, troviamo i Litogemmoterapici, dei drenanti omeopatici denominati "Ligemed", che associano le proprietà delle rocce naturali (litoderivati) a quelle di gemme o tessuti giovani di piante (gemmoderivati).

Questa metodologia si basa sul principio della "sinergia" (dal greco "lavorare con") il che significa, in questo contesto di salute, che un dato effetto terapeutico si ottiene mescolando due o più medicamenti o sostanze che interagiscono, provocando sull'organismo un'azione più efficace ed immediata di quella che si potrebbe ottenere da uno solo dei prodotti.

Qualche esempio pratico di queste gocce litogemmoterapiche:
Arena-Ligemed per favorire tutte le funzioni del sistema energetico dell'intestino, ammorbidire le sue mucose interne, come antiparassitario, per infiammazioni intestinali croniche, coliti, allergie, emorroidi.

Arzea-Ligemed per migliorare il sistema immunitario, favorire le funzioni del timo e della milza

Dialnus-Ligemed per equilibrare il sistema nervoso, migliorare la circolazione cerebrale e calmare l'iperattività delle funzioni nervose.

Ros-Ligemed per disfunzioni del fegato e della cistifelklea, per infiammazioni ed epatiti non specifiche

Vibu-Limegemed per tosse, asma, infiammazioni delle mucose pleuriche

Curare l'ansia in erboristeria

Tanti sono i modi per cercare d'intervenire sui disturbi dell'ansia, uno dei più validi è la tintura madre, un eccellente fitopreparato, in vendita in tutte le erboristerie.

Il momento migliore per ricorrere ad esse è quando si riconoscono i segni premonitori di un disagio, vissuto tanto a livello fisico quanto emotivo.
I macerati glicerici invece intervengono al meglio quando il fenomeno si è consolidato sino a diventare una patologia vera e propria.

Biancospino: solo apparentemente dolce e ospitale, il biancospino nasconde un carattere marziano e uno spirito difensivo a causa delle spine con le quali generosamente si protegge. La tintura madre si addice pertanto ai soggetti forti e attivi, dal pensiero veloce che, dietro un'apparente disponibilità e apertura, amano nascondere una parte di sé rendendola irraggiungibile. Questi individui hanno la caratteristica di scaricare l'ansia proprio nel momento in sui si fermano e interrompono la loro corsa nella vita: accusano palpitazioni quando si coricano, agitazione, tachicardia e, quando il problema perdura nel tempo, sono soggetti a sviluppare ipertensione arteriosa e coronaropatie.

Melissa: pianta portatrice di dolcezza e giovialità, si addice a personalità molto sensibili e vulnerabili, che hanno la tendenza a prodigarsi per gli altri sino a dimenticare se stesse. Queste persone vivono l'ansia come eccessiva preoccupazione, con tensioni che si manifestano a livello del plesso solare, crampi allo stomaco, irritazioni, spasmi, colon irritabile e spastico, ventre gonfio e teso. Melissa TM scioglie, conforta, rasserena, rilassa, riequilibrando l'emotività.

Lavanda: adatta a caratteri attivi e dinamici, l'azione della tintura madre di lavanda si rende utile negli stati d'ansia accompagnati da ipereccitabilità nervosa, con tensioni muscolari, cefalee, insonnia, stati di agitazione e tensione.

Angelica: pianta dal carattere solare, infonde calore e dona forza e fiducia. Adatta ad individui deboli che tendono a intossicarsi, che vivono il senso di insicurezza o la paura del fallimento. L'ansia di Angelica dunque è quello stato di incertezza e apprensione, indefinito e labile, che tende a restare nascosto ma lavora costantemente in profondità.

Passiflora: il fiore della passione esplica le sue proprietà per favorire ogni forma di "passaggio; è dunque utile quando l'ansia si manifesta con insonnia e difficoltà ad addormentarsi o quando si lega a momenti di passaggio nella vita che generano inquietudine, pensieri ossessivi e pesanti con predominanza del razionale, del conscio sull'inconscio. Passiflora aiuta a varcare la soglia, ristorando e rasserenando.

Luppolo: le sue proprietà calmanti e soporifere alleviano l'ansia caratterizzata da insonnia e agitazione, soprattutto quando queste ci colgono nel pieno della notte, accompagnate talora da senso di panico, terrore, incubi. E' adatto anche a sostenere l'uomo che vive con ansia ed emotività eccessiva la propria vita sessuale.

S.Valentino alle erbe afrodisiache

Se vita frenetica,ansia, depressione, noia hanno messo a repentaglio la vita sessuale, le piante officinali possono essere dei potenti afrodisiaci.

Se vogliamo predisporci senza stress, ad una giornata di disponibilità e presenza massima con la persona amata ecco alcuni consigli per riscoprire il benessere della semplicità e della disponibilità.

Sentirsi un po' giù, per un periodo recente di super lavoro, può significare che abbiamo bisogno di un effetto neurotonico, per maggior presenza ed attenzione: il ginseng rosso (od il ginseng bianco, basta prenderne di più) possono aiutarci in maniera significativa. I modi di assunzione e le quantità, dipendono dalla qualità del prodotto e dalla concentrazione.

In caso di ansia e stress che portino ad eccitabilità ed agitazione: melissa, verbena, passiflora, o mescole mirate personalizzate, in tisana, possono garantire atteggiamenti di maggior tolleranza e disponibilità.

Quando il problema consiste in mancanza di partecipazione, distacco: guaranà, menta, anice stellato; il guaranà, va usato con moderazione da persone con cardiopatie o ipersensibili alla caffeina.

Si potrebbero segnalare molte altre erbe, ma l'uso sarebbe improprio: di solito vengono suggerite per superare disagi o piccole patologie che disturbano la perfetta soddisfazione della coppia, a causa di carenze soggettive.

Possiamo segnalare invece alcuni espedienti per tutti, da attuare in cucina, usando alcune spezie: bisogna considerare le pietanze, per riscontrare l'idoneità delle integrazioni segnalate.
Una punta (di coltello) di zenzero in polvere nel sugo. Una punta di cannella in polvere ed un chiodo di garofano nelle carni. Sul pesce, potete usare polvere di anice, finocchio, carvi e cumino.
Una leggera spolverata di una miscela macinata di curcuma - origano - maggiorana - alloro - menta - salvia - rosmarino, sulle verdure al momento della consumazione. Non fate l'errore di voler esagerare, sommando tutto quanto suggerito: il troppo "stroppia", esattamente come una piccola quantità di vino o di alcolici può togliere le inibizioni ed esagerando porta disinteresse sino al sonno.

Sono tutti consigli che non richiedono di affrontare spese onerose: il miglior ginseng E.M. (30 g) si trova a € 54,30; in estratto secco (60 capsule, p.a. 15 %) € 15,10; il ginseng bianco di migliore qualità, 30 g, costa € 35,50; tutto il resto costa pochi euro. Anche una una tisana per due può essere ottima scelta. E' il primo passo per una svolta o la continuazione di un cammino di coppia, che ha deciso di volersi bene usando attenzione e considerazione reciproca.
Dimostrare affetto preparando una tisana per il partner, significa dedicare il proprio tempo per una attenzione rivolta a lui/lei; un momento preparatorio alla condivisione di un piacere.
Un gesto di amore comparabile a tutti gli atti di attenzione e cura, che possono far piacere a ciascuno di noi: buona tisana a tutti.

Infusi: come e per cosa prenderli

Le piante hanno avuto un ruolo importantissimo nella storia della medicina. Di seguito un piccolo ricettario di erbe per il trattamento e la prevenzione di alcuni dei più comuni disturbi.

L'uso di rimedi erboristici è la forma di medicina più antica e diffusa nel mondo, ma è importante capire in che modo le piante possono essere benefiche e come vadano preparate affinché siano efficaci e non nocive.
Si possono fare tisane con una gran varietà di piante. Gli infusi si preparano lasciando riposare le foglie e i fiori in acqua calda, appena al di sotto del punto di ebollizione. La dose normale per un infuso è di 50 grammi di erba essiccata per un litro d'acqua o 1-2 cucchiaini da tè di erba per una tazza d'acqua. I fiori e le erbe amare si lasciano in infusione 3-5 minuti, mentre le parti dure delle piante richiedono un'infusione di 10-15 minuti. Si filtra poi con un colino o un panno e si preme il residuo al fine di ottenere il massimo delle sostanze contenute nelle erbe.

Depurativo
Borragine sommità 20 g, Nasturzio crescione pianta 20 g, Tarassaco radice 20 g, Fumaria pianta 20 g, Cicoria radice 20 g, Cerfoglio pianta 20 g. Macerare il tutto in un litro di vino rosso per una settimana. Filtrare e somministrare 3-4 bicchierini al giorno.

Insonnia
Tiglio fiori 50 g, Arancio fiori 20 g, Valeriana radice 10 g, Camomilla fiori 20 g. Porre 5 grammi di miscela in 150 grammi di acqua bollente e lasciare in infusione per 20 minuti. Bere una tazza prima di coricarsi.

Circolazione
Bursa pastoris pianta 15 g, Hamamelis foglie 10 g, Salvia foglie 15 g, Calendula fiori 30 g, Artemisia pianta 30 g. Porre 5 grammi di miscela in acqua bollente. Riposare per un quarto d'ora, colare e bere 2 tazze al giorno.

Digestione
Cannella 10 g, China corteccia 20 g, Genziana radice 20 g, Anice verde frutti 10 g. Macerare il tutto per 10 giorni in un litro di vino marsala. Filtrare e conservare al fresco in una bottiglia scura. Bere un bicchierino dopo i pasti.

Stipsi
Tamarindo polpa 35 g, Liquerizia radice 45 g, Anice verde frutti 20 g. Lasciare riposare per 10 minuti 5 grammi di questa miscela per 100 di acqua bollente. Bere una tazzina la sera dopo i pasti.

Cellulite
Bollire 100 g di Edera Arborea tagliuzzata in un litro di acqua per un quarto d'ora. Applicare poi compresse molto calde di tale decotto sulle parti del corpo interessate, ripetere 2-3 volte e praticare massaggi dal basso verso l'altro.

Antibiotici al naturale

Un ritorno ai rimedi naturali per la cura e la prevenzione malattie infettive di entità lieve o moderata.

L'uso sempre più indiscriminato degli antibiotici causa uno squilibrio tra le popolazioni batteriche viventi nel nostro organismo con danni molteplici: disturbi digestivi e abbassamento delle difese immunitarie sono i più comuni.
Riscoprire e sfruttare le risorse naturali contenute in alcune piante può essere la valida alternativa per curare ma anche prevenire alcune malattie infettive.
L'azione naturale e non aggressiva degli estratti di alcune piante contribuisce a stimolare il sistema immunitario preparandolo ad eventuali infezioni.
Stanchezza, stress e alimentazione scorretta queste le cause più comuni che riducono le difese dell'organismo..chi si ammala in realtà si trova già in una situazione di debolezza.
Il problema non è tanto evitare i batteri, cosa quasi impossibile, quanto cercare di avere le difese sempre pronte e impedire ai batteri di trovare un ambiente idoneo per moltiplicarsi. Il compito degli antibiotici naturali è proprio questo, sconfiggere i microrganismi facendo da supporto alle nostre difese, non agendo al posto loro.

Aloe vera

Estratto di semi di pompelmo

Propoli

Olio di melaleuca

Accanto a questi prodotti naturali esistono numerose piante che aiutano il nostro organismo a combattere i batteri patogeni.
Sono piante comuni che crescono nei nostri giardini, che vengono utilizzate in cucina: aglio, timo, cipolla, salvia, menta piperita..dalle proprietà antibatteriche note da millenni e tramandate da generazioni in generazioni. E ancora non dimentichiamo le proprietà antibiotiche degli oli essenziali di bergamotto, eucalipto, geranio e limone particolarmente adatti alla cura di herpes e malattie dell'apparato respiratorio e dell'intestino.

Burro di Karitè, un aiuto naturale

I molteplici usi di una meravigliosa sostanza che si estrae dai frutti di una pianta africana che gli indigeni chiamano "albero della giovinezza".

Il Karité è un albero ad alto fusto che può raggiungere i quindici metri di altezza e un metro di diametro. Presente nella vasta zona dell'Africa centrale, tra il Senegal e il Nilo, il suo aspetto ricorda un po' la nostra quercia, con una chioma verde scuro e le foglie raggruppate alle estremità dei rami. Ha fiori profumati e il suo frutto carnoso, simile a una prugna, racchiude al suo interno un nocciolo da cui si ricava il prezioso burro dalle proprietà rigeneranti straordinarie.

Il Burro di Karité oltre ad essere usato nel campo alimentare come condimento dalle popolazioni africane, ha funzione di balsamo per massaggi contro i reumatismi, gli indolenzimenti, le bruciature, gli eritemi solari, le ulcerazioni e le irritazioni della pelle. Le donne africane lo utilizzano come protettivo contro l'azione del sole, del vento e della salsedine.

Nella moderna dermatologia gli sono riconosciute proprietà cicatrizzanti, emollienti, antismagliature, antirughe, elasticizzanti, idratanti, antiossidanti, lenitive e riepitelizzanti, filmanti e protettive; ma la caratteristica esclusiva del burro di Karitè, il segreto che lo rende davvero unico, è l'altissimo contenuto di insaponificabili (dal 12 per cento al 18 per cento), sostanze indispensabili e fondamentali per il mantenimento della naturale elasticità della pelle.

Più in particolare il suo uso è consigliato, ad esempio, per le donne in gravidanza, perché previene la formazione di smagliature sia sull'addome che sul seno; per la pelle delicata e sensibile del neonato, contro l'arrossamento dovuto al contatto col pannolino.

Il burro di Karitè protegge la pelle dall'azione aggressiva del gelo durante la stagione fredda e preveniene arrossamenti e screpolature dovute al sole, al freddo e al vento.

Valido rimedio contro irritazioni ed eritemi causate dai raggi solari, rallenta l'invecchiamento cutaneo, attenua le rughe restituendo alle pelli non più giovani una straordinaria elasticità e compattezza. Adatto anche alle pelli con "couperose", possiede un elevato grado di assorbimento, può essere spalmato sulla pelle del viso e del corpo senza lasciare alcuna traccia. Bastano alcuni impacchi per ridonare forza e vitalità anche ai capelli più sfruttati. E ancora, ammorbidisce le callosità sia delle mani che dei piedi e anche per le irritazioni del rasoio, sia come impacco emolliente prebarba, che come efficace lenitivo e idratante dopobarba, è di grande aiuto.

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