sabato 12 gennaio 2008

Insulina e controllo del peso corporeo

L'insulina è coinvolta nella regolazione del peso corporeo attraverso diversi meccanismi:
1) controllo del centro ipotalamico della sazietà;
2) stimolazione della sintesi della serotonina;
3) conversione della tiroxina in triiodotironina;
4) mantenimento della massa muscolare magra.

1) Nell'individuo normale l'ingestione di cibo è seguita da un innalzamento del livello glicemico cui segue una secrezione di insulina da parte del pancreas per metabolizzare il glucosio. Il livello ematico di insulina cresce e agisce direttamente stimolando i recettori insulinici di una porzione dell'ipotalamo detta centro della sazietà o appestat che comunica al cervello un segnale di sazietà, impedendo una ulteriore ingestione di cibo. L'insulino-resistenza, insensibilità del recettore insulinico, impedisce la trasmissione di questo messaggio.

2) Frequentemente in molte persone si riscontra un desiderio ossessivo di carboidrati (CCO: Carbohydrate Craving Obesity) spesso collegato a disordini psicologici che si manifestano generalmente con depressione caratterizzata da andamento ciclico circadiano (SAD: Seasonal Affective Disturb -trad: disturbi affettivi stagionali). La regolazione del desiderio di carboidrati e del tono dell'umore è direttamente controllata dalla serotonina (5-idrossi-triptamina) sintetizzata nel cervello a partire dal triptofano, il cui passaggio nel S.N.C. è insulino-dipendente. In condizioni normali un aumento di insulinemia dovuto ad un pasto ricco di carboidrati favorisce la penetrazione di triptofano nel S.N.C. e un conseguente incremento nella sintesi di serotonina che si manifesta con soppressione del desiderio di carboidrati e miglioramento del tono dell'umore. Nell'insulino-resistenza questo meccanismo risulta deficitario e l'organismo continua a richiedere carboidrati col risultato di una eccessiva ingestione di calorie.

3) La ghiandola tiroide è spesso chiamata in causa in certi tipi di obesità. Gli ormoni che essa produce regolano le calorie che l'organismo deve bruciare semplicemente per il mantenimento della vita (metabolismo basale), favoriscono la mobilizzazione delle riserve di grasso per trasformarlo in energia e stimolano la produzione di grasso bruno che attraverso l'ossidazione produce energia. Le ultime due azioni tuttavia non sono legate tanto alla tiroxina (T4), principale ormone secreto dalla tiroide nel sangue, quanto alla triiodotironina (T3) nella quale il T4 è convertito nei tessuti periferici. L'innalzamento dell'insulinemia seguente all'ingestione di carboidrati favorisce tale trasformazione: l'insulino-resistenza blocca questo meccanismo naturale. Pertanto una dieta ipocalorica , soprattutto se a basso contenuto di carboidrati, frena ulteriormente la conversione di T4 in T3 compromettendo il risultato della dieta stessa poichè i grassi accumulati non vengono mobilitati nè bruciati.

4) L'azione anabolizzante dell'insulina è di primaria importanza. Una normale risposta al suo stimolo favorisce la sintesi proteica soprattutto nel tessuto muscolare. Le sue cellule diventano invece particolarmente insensibili nell'insulino-resistenza per cui è possibile che durante il dimagrimento (in seguito ad una dieta ipocalorica) venga persa non solo massa adiposa ma anche una discreta parte di massa muscolare magra. Poichè quest'ultima consuma una grossa quantità di calorie la sua diminuzione provoca un eccesso di calorie inutilizzate ai fini energetici predisponendo ad un nuovo accumulo di grasso (grasso rebound o fat rebound).

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