lunedì 4 febbraio 2008

LA DIETA PER LA CONVALESCENZA

Passata la fase acuta di un’influenza o di una bronchite, tipici malanni di stagione, si entra in quella della convalescenza. In questa fase un’alimentazione attenta, ricca di nutrienti preziosi, riveste un ruolo fondamentale per stimolare il sistema immunitario e recuperare energia, fisica e mentale.
La prima regola della convalescenza sarebbe quella di rimanere a riposo per permettere all’organismo di rimettersi in sesto prima di tornare alle fatiche quotidiane. Regola, però, che raramente ci si può concedere, e già al secondo giorno senza febbre nulla di più facile che ritrovarsi di nuovo dietro la scrivania o comunque sul posto di lavoro o a scuola, con la conseguenza di ritardare e allungare i tempi di guarigione, se non di rischiare ricadute della malattia.
Ma se non si può disertare il lavoro, per fortuna è possibile accelerare la ripresa con una dieta un po’ più attenta del solito. Certamente un’alimentazione equilibrata e sana, che fornisca tutti i nutrienti necessari è indispensabile per avere buoni meccanismi di difesa immunitaria: l’organismo è così messo in condizione di rispondere meglio a qualsiasi attacco di virus e batteri. Perciò, per ammalarsi di meno e per accorciare i tempi della malattia bisognerebbe ricordarsi dell’importanza di un corretto modo di alimentarsi tutto l’anno, e non solo nei momenti critici. In pratica: se si semina bene, si raccoglie bene.
Dopo gli antibiotici

Se si sono assunti antibiotici, bisogna tener presente che - oltre che nei confronti dei germi responsabili dell’infezione – questi hanno anche agito sulla flora intestinale, la cui integrità è fondamentale per le funzioni digestive, per la sintesi di vitamine e di altre sostanze utili e per impedire lo sviluppo di germi patogeni nel colon. Diventa perciò consigliabile per una o due settimane inserire quotidianamente, nella prima colazione o negli spuntini, alimenti ricchi di fermenti lattici, preziosi per la flora intestinale. Quindi yogurt, kefir, latti fermentati: in commercio inoltre è possibile trovare molti prodotti – i cosiddetti probiotici – addizionati di vari fermenti, che resistono meglio all’acidità gastrica arrivando più numerosi là dove servono. Anche le verdure lattofermentate come i crauti sono benefiche non solo per l’intestino, grazie alla loro ricchezza di fermenti e di vitamine del gruppo B e C. A casa, o nei negozi di alimentazione naturale, è possibile trovarli preparati nel modo tradizionale, mentre quelli in scatola che si trovano nella grande distribuzione sono stati sottoposti ad alte temperature e perciò hanno perso in parte le loro virtù.

Alimenti sì, alimenti no

Dopo una malattia l’inappetenza è piuttosto comune e bisogna un po’ forzarsi per mangiare a sufficienza: in linea generale è importante però non cedere ai peccati di gola e non “tirarsi su” solo con cioccolatini e caramelle, ma scegliere pietanze cucinate semplicemente, con pochi grassi e facilmente digeribili, che non stressino il fisico già indebolito. Quindi, meglio dimenticare per un po’ fritture, salumi e formaggi grassi, dolci ipercalorici e superalcolici. Un’alimentazione sana e bilanciata tra i vari nutrienti, basata sui cereali, ricca di frutta e verdura e con un corretto apporto di proteine e grassi è fondamentale per tornare in salute. E durante la convalescenza è altrettanto importante assumere cibi ricchi di tutte le vitamine in generale, in particolare della C per il suo ruolo immunostimolante e di quelle del gruppo B (dalla B1 alla B12) indispensabili negli stati di affaticamento per ridare energia, aiutare il cervello e stimolare il processo di guarigione.
Inoltre, i trattamenti con antibiotici possono provocare degli stati di carenza: sintomi tipici di mancanza della vitamina B sono le screpolature della labbra e i tagli agli angoli della bocca, o la lingua e le mucose infiammate. Ma dove si trovano queste preziose sostanze? Trattandosi di vitamine diverse, anche se della stessa famiglia, le fonti non sono sempre uguali; in generale tra quelle vegetali troviamo tutti i cereali integrali (riso e frumento, miglio, segale, grano saraceno, orzo), i semi oleosi (arachide, sesamo, pinoli ecc.), la frutta secca (mandorle, noci, nocciole, ecc.), i legumi (soia in particolare), e anche alcuni ortaggi (cavoli, radicchio, asparagi, spinaci).

Tra le fonti animali il fegato è l’alimento che ne contiene di più, mentre si trova la B12, quasi assente nel mondo vegetale, anche nel pesce, nelle uova e nei latticini.
Se però lo stato di debolezza è particolamente persistente e col passare dei giorni la situazione non migliora, può servire l’aiuto di integratori naturali, come il germe di grano, ricco di vitamine B, E e di preziosi acidi grassi o il lievito di birra, ottimo ricostituente generale, vitaminico (gruppo B) e minerale.

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